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Gaza, Olanda rischia processo. Esporta componenti di caccia F35 verso Israele

La denuncia di 3 Ong: "Si rende complice di una punizione collettiva"

Pubblicato:04-12-2023 10:53
Ultimo aggiornamento:06-12-2023 10:55
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ROMA – “Fornendo componenti di armamenti, il governo olandese rischia di diventare complice di violazioni del diritto internazionale umanitario” e della “punizione collettiva subita dalla popolazione di Gaza”: con queste parole un’alleanza di tre organizzazioni locali per i diritti umani, tra cui Oxfam Novib, Pax voor vrede e The Rights Forum ha denunciato il governo olandese per la presunta esportazione di componenti di caccia F35 statunitensi verso Israele.

I giudici di un tribunale di Amsterdam si sono riuniti oggi per la prima volta per esaminare l’esposto, come riferisce Oxfam sul suo account X, e “la decisione sarà resa nota entro il 15 dicembre. Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile tutto questo con le loro donazioni, e a chi era presente oggi”. Nella foto che accompagna il post, gli attivisti mostrano cartelli con su scritto “cease fire now”, ossia “cessate il fuoco ora”.

La denuncia riguarderebbe componenti degli aerei da guerra statunitensi, immagazzinate in Olanda sulla base di accordi di esportazione preesistenti. Stando alle informazioni ottenute dalle organizzazioni, il governo olandese non avrebbe bloccato la consegna verso diversi Paesi stranieri, tra cui figura anche Israele.


In una lettera che il governo olandese ha inviato il mese scorso al Parlamento, Amsterdam ha cercato di smarcarsi dalle accuse: “In base alle informazioni disponibili- si legge sulla stampa locale- non è possibile stabilire che gli F35 siano coinvolti in gravi violazioni del diritto umanitario e di guerra”.

Di tutt’altra idea sono invece le tre organizzazioni, come ha detto oggi ai giornalisti il loro avvocato, Liesbeth Zegveld: “È chiaro che questi aerei vengano impiegati nei cieli di Gaza per condurre bombardamenti e assistere le forze di terra”.

Israele è accusato da più parti di aver lanciato, all’indomani dell’attacco di Hamas del 7 ottobre che ha causato 1200 morti e preso in ostaggio 240 persone, un’operazione militare che non ha risparmiato la popolazione della Striscia. Ad oggi il bilancio delle vittime ha superato le 15.500 persone di cui il 70% sono donne e minori, secondo quanto riferito dal ministero della Salute locale, guidato da Hamas.

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