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In Cecenia aggredita e pestata la giornalista Elena Milashina, l’erede di Anna Politkovskaja

La giornalista Elena Milashina e l'avvocato per i diritti umani Aleksandr Nemov sono stati violentemente pestati in un agguato vicino a Grozny, in Cecenia: attaccati da una quindicina di uomini a volto coperto che hanno parlato di "avvertimento"

Pubblicato:04-07-2023 20:44
Ultimo aggiornamento:05-07-2023 10:37
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ROMA – Aggredita in Cecenia la giornalista Elena Milashina, della testata indipendente russa Novaya Gazeta, considerata l’erede di Anna Politkovskaja, mentre si trovava insieme all’avvocato per i diritti umani, Aleksandr Nemov. I fatti sono avvenuti nei pressi di Grozny e Amnesty International in una nota parla di “violento pestaggio” messo a segno da una quindicina di uomini con il volto coperto anche con bastoni. Gli aggressori hanno rotto le dita di Milashina su entrambe le mani, nel tentativo di costringerla a sbloccare il suo telefono. Hanno anche accoltellato Nemov alla gamba. La giornalista è stata anche rasata e cosparsa di vernice tossica e minacciata relativamente alla sua attività di difesa dei diritti umani. È stato detto loro che si trattava di un “avvertimento”.

IL TAXI BLOCCATO E IL PESTAGGIO

Secondo l’ong Memorial Human Rights Centre, tre auto nere hanno bloccato il taxi che stava trasportando Nemov ed Milashina dall’aeroporto. Alcuni aggressori a volto coperto li hanno trascinati fuori dal taxi e picchiati con i manganelli. Sono stati calciati e colpiti con pugni, anche alla testa, e minacciati di morte se non avessero smesso di svolgere le loro attività in difesa dei diritti umani. Hanno inoltre distrutto le attrezzature di reportage e documenti importanti.

“Milashina e Nemov- spiega la nota di firmata da Marie Struthers, direttrice per l’Europa orientale e l’Asia centrale di Amnesty International- stavano andando a Grozny, capitale della Repubblica cecena in Russia, per assistere alla condanna di Zarema Musaeva, arrestata, detenuta e processata con accuse che Amnesty definisce ‘inventate dalle autorità cecene a causa di alcune attività svolte dai suoi figli, uno dei quali è un difensore dei diritti umani'”.


“L’atroce pestaggio di Elena Milashina e Aleksandr Nemov da parte di aggressori mascherati in Cecenia questa mattina è stato un vile atto di violenza che non deve rimanere impunito. Amnesty International condanna con fermezza questo attacco ignobile e chiede alle autorità russe di perseguire rapidamente i responsabili e garantire la sicurezza di coloro che cercano verità e giustizia”, si conclude la nota.

LA STORIA DI ZAREMA MUSAEVA

L’attivista Musaeva intanto è stata condannata a cinque anni e mezzo da scontare in una colonia penale, a seguito di un processo “ingiusto, in assenza del suo avvocato, Nemov”, che veniva ricoverato in ospedale insieme a Milashina. Struthers ha continuato: “Considerando la serie di violenti attacchi contro i difensori dei diritti umani in Cecenia, le minacce dirette ricevute da Milashina da parte delle autorità cecene e il fatto che gli aggressori mascherati abbiano detto a Milashina e Nemov di ‘averli avvertiti’, questo brutale crimine evidenzia i pericoli estremi ai quali vanno incontro coloro che lottano contro l’ingiustizia e difendono i diritti umani in un contesto di aperta ostilità da parte delle autorità e di totale impunità per i responsabili”.

(L’immagine è uno screenshot di un video in cui Milashina racconta l’aggressione)

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