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Garante minori Emilia-Romagna: “Loro bisogni messi da parte col Covid, ora grande piano per l’infanzia”

Bisogna "mappare le risorse presenti" e "ricostruire quanto è stato travolto dalla pandemia", dice la Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Emilia-Romagna

Pubblicato:04-06-2020 13:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:26

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BOLOGNA – Dopo l’ondata del covid-19 in Emilia-Romagna occorre costruire “un grande piano per l’infanzia”, andando a “mappare le risorse presenti” e a “rimettere insieme l’offerta dei servizi” per ricostruire quanto è stato travolto dalla pandemia, con una regia “intelligente” che coordini questa ripartenza a favore dei minori, soprattutto quelli più in difficoltà. A suggerirlo è Maria Clede Garavini, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Emilia-Romagna, questa mattina dell’audizione nelle commissioni Parità e Cultura di viale Aldo Moro.

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Il coronavirus è stato un trauma– afferma Garavini- ora dobbiamo fare tesoro degli insegnamenti e creare un grande piano per l’infanzia”. Inoltre, sostiene la Garante, “dobbiamo fare una rilettura e una mappatura delle risorse presenti e collegarle per creare un grande piano collettivo dell’infanzia per rimettere insieme quella che è l’offerta dei servizi”. In Emilia-Romagna serve dunque “una mente intelligente che curi tutti questi passaggi. Anche nella nostra regione c’è una diffusa povertà fra i minori a cui dobbiamo dare risposta: la povertà non può essere un destino da cui i bambini non riescano più a uscire“.


Nella prima fase dell’emergenza, sottolinea Garavini, “ci si è preoccupati di salvare la nostra salute ubbidendo alle precauzioni che ci hanno indicato, prima fra tutte l’isolamento sociale, che ha duramente colpito in primo luogo i più deboli. Purtroppo non ci si è preoccupati di cosa questo comportasse per bambini e adolescenti. L’epidemia ha lasciato sole famiglie e persone e la stessa didattica a distanza ha aumentato le diseguaglianze”.

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Il virus, insiste la Garante, “ha messo in evidenza tutte le disparità della nostra comunità: penso a chi poteva seguire le lezioni a distanza in via telematica e a chi non poteva”. Garavini ci tiene a rimarcare le tante segnalazioni ricevute in questi mesi, che hanno riguardato appunto “l’aspetto discriminatorio della didattica a distanza“, ma anche “la ripresa della socialità in sicurezza sanitaria, la difficoltà dei padri separati di vedere i figli affidati alla ex moglie, i problemi dei minori con difficoltà psicologica che hanno dovuto interrompere le terapie”.

In questa situazione, elogia Garavini, “i genitori non si sono limitati a segnalare i problemi, ma hanno anche avanzato, singolarmente o in gruppo, proposte. Vanno ascoltati e i loro suggerimenti accolti”, esorta la Garante. D’accordo con Garavini si dice la dem Francesca Marchetti, presidente della commissione Cultura, secondo la quale “occorre uno studio sui nuovi bisogni e una mappatura” fatta insieme ai territori. Critiche invece alla Giunta Bonaccini per la gestione del lockdown e della condizione dei bambini sono state mosse dalla leghista Valentina Stragliati.

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