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In Israele cortei contro Netanyahu, lui: “Colpa dei media”

Weekend di cortei e proteste per chiedere le dimissioni del primo ministro, sotto accusa per il processo per corruzione ma anche per la gestione dell'emergenza Covid

Pubblicato:03-08-2020 09:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:43

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ROMA – Nel fine settimana appena concluso, Israele è stato attraversato da una serie di marce e sit-in di protesta contro il governo e, in particolare, contro l’attuale primo ministro Benjamin Netanyahu, per invocarne le dimissioni.

I dimostranti si sono dati appuntamento a Gerusalemme, Tel Aviv e in altre località del Paese per denunciare la cattiva gestione dell’emergenza coronavirus e accusando il premier di corruzione.

“Nel nome della democrazia, sto assistendo al tentativo di calpestare la democrazia stessa” ha replicato il primo ministro. Quindi Netanyahu ha puntato il dito contro i media, accusandoli di stare “infiammando” le proteste diffondendo notizie gonfiate e distorte sugli incidenti e le violenze commesse dalle forze di sicurezza contro i dimostranti.


Le proteste nel Paese contro il premier e il suo esecutivo proseguono da alcune settimane: da un lato, si contesta il fatto che Netanyahu sia in carica benché stia ancora affrontando un processo per corruzione e abuso d’ufficio. Dall’altra, preoccupa l’epidemia di Covid-19, che non accenna a migliorare: i contagi, stando al quotidiano locale ‘Haaretz’, sono 72.584, mentre i decessi hanno superato quota 500. Quanto ai Territori palestinesi, in Cisgiordania si contano 7.824 casi confermati con 80 morti, mentre nella Striscia di Gaza ci sarebbero 72 contagiati e un solo decesso.

Intanto, la giudice Forit Feinstein ha ordinato a uno dei figli del premier, il 29enne Yair Netanyahu, di cancellare un tweet con cui aveva reso pubblici i dati personali di cinque leader del movimento di protesta.

Secondo Feinstein la diffusione di nome, cognome, indirizzo e numero di telefono degli attivisti costituisce “incitamento alle persecuzioni” contro i dissidenti. Alle agitazioni interne si aggiunge l’instabilità regionale: la notte scorsa le forze armate israeliane hanno fatto sapere di aver sventato un attacco terroristico al confine con la Siria e aver respinto un missile sganciato da Hamas da Gaza.

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