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Cognome materno, Rete per la parità: “Vigileremo su sviluppo legislativo”

Dopo la sentenza della Consulta del 31 maggio, serve una normativa che disciplini tutte le possibili casistiche

Pubblicato:03-06-2022 12:22
Ultimo aggiornamento:03-06-2022 12:22
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ROMA – “Prosegue il percorso dell’equiparazione dei genitori e con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della sentenza della Corte costituzionale, depositata il 31 maggio, non ci sono più motivi ostativi che possano impedire l’assegnazione alle figlie e ai figli dei cognomi, materno e paterno, nell’ordine concordato dagli stessi genitori, fatto salvo l’accordo tra le parti di prevederne soltanto uno. In automatico verranno attribuiti entrambi i cognomi della madre e del padre, nell’ordine da loro definito, e se manca questa indicazione o in caso di contrasto su quale apporre prima e quale dopo o, più semplicemente, se non è stata considerata tale possibilità, a quel punto sarà necessario l’intervento del giudice”. A spiegarlo in un approfondimento è la giornalista Raffaella Sirena che è tornata sul tema per ribadire che “questo riconoscimento nell’ottica di uguaglianza tra i generi, non fa che confermare la necessità di una disciplina normativa in grado di considerare tutte le fattispecie e dirimere in anticipo eventuali criticità”.

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Per questo Sirena ha di nuovo raccolto la voce di Rete per la Parità, impegnata da anni per raggiungere l’obiettivo di rendere le madri visibili e di tutelare l’identità personale del figlio, accoglie con grande soddisfazione questa sentenza della Consulta che ha eliminato quelle norme che confutavano l’impianto dell’ordinamento repubblicano e il paese reale in cui viviamo.


A rafforzare il monito di urgenza la presidente Rosanna Oliva de Conciliis ha dichiarato: “Spetta ora al legislatore dare corso, senza ulteriori ritardi, a quanto indicato nella sentenza. Da parte nostra continueremo a seguire gli ulteriori sviluppi e a svolgere l’opera di informazione e pressione finora esercitata”.

NO ALLA MOLTIPLICAZIONE DEI COGNOMI

“Di fronte alle perplessità, in questo periodo di assenza di una specifica legge, esistono comunque delle indicazioni fornite dalla stessa Consulta che possono dare un orientamento da seguire. Sempre nell’attesa di un tempestivo intervento del legislatore- ha spiegato la giurista di Rete per la Parità- va impedito, nel succedersi delle generazioni, un meccanismo moltiplicatore dei cognomi e per questo ci sono gli esempi delle altre nazioni dove il doppio cognome è già prassi da diverso tempo. Inoltre, se i genitori non optano per l’attribuzione del doppio cognome ma ne scelgono soltanto uno, è opportuno prevedere che il genitore titolare di un doppio cognome scelga quello dei due che vuole sia rappresentativo del rapporto genitoriale e che sia regolamentato il caso di una mancata scelta. Altro scenario da evitare riguarda l’eventuale differenza tra fratelli o sorelle con un cognome diverso: a questo proposito la sentenza segnala una possibile soluzione, ovvero che la scelta del cognome attribuito al primo figlio sia vincolante rispetto ai figli successivi della stessa coppia”, ha concluso.

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