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FOTO | A Piacenza ‘scansionato’ un sarcofago egizio di 3.000 anni

Il manufatto risalente al 900-800 a.C., e proviene da Luxor, è finito sotto la lente del laboratorio Musp per monitorarlo e mapparlo

Pubblicato:03-03-2023 19:00
Ultimo aggiornamento:09-03-2023 13:51
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Sarcofago Piacenza
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PIACENZA – A Piacenza è tempo di esami per un sarcofago risalente a 3.000 anni fa. Il manufatto, esposto alla mostra “Egitto Svelato” appena conclusa a Palazzo Gotico e proveniente dal museo Archeologico di Bergamo, grazie a un’azione congiunta di Comune di Piacenza, Istituto Europeo del Restauro e Consorzio Musp è passato infatti sotto la lente del robot per controllare lo stato di conservazione e mapparlo in funzione di future rappresentazioni grafiche.

MAPPATURA IN 3D

Grazie a un sistema di acquisizione hi-tech che si muove attorno al sarcofago, illuminandone la superficie con una lampada speciale e rilevandone la forma con una telecamera senza entrare a contatto con il prezioso reperto, si ottiene così una “nuvola di punti”, che consiste in una mappatura digitale in 3D. Per il Consorzio Musp (Macchine utensili e sistemi di produzione), laboratorio della sede Casino Mandelli del Tecnopolo di Piacenza è una ‘prima volta’ per oggetti di questo tipo: la sua attività abituale è infatti di ricerca e sperimentazione nel settore della meccanica avanzata, con incursioni anche nella robotica industriale, sviluppando sistemi di lavorazione e robot per applicazioni manifatturiere in ambito automotive ed aerospace.

IL SARCOFAGO DELL’ANTICA TEBE

Il sarcofago interno risale al 900-800 a.C. e proviene da Luxor, l’antica Tebe, donato nel 1885 alla città di Bergamo da Giovanni Venanzi, console d’Italia ad Alessandria d’Egitto. Realizzato in legno di cedro stuccato e dipinto, il sarcofago appartiene ad Ankhekhonsu, sacerdote di Amon e scriba del granaio destinato alle offerte del dio, il cui nome e titolo ricorrono più volte sulla bara, insieme al nome della moglie del defunto, Henutnofret. Il coperchio rappresenta il defunto mentre indossa una stola rossa incrociata sul petto e un ampio collare di perle e fiori di loto. Numerose le scene decorative di carattere religioso, in cui si distinguono anche il sacerdote e la moglie, nell’atto di porgere offerte a diverse divinità.


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