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Migranti, Lucano: “Io indagato mentre il governo faceva accordi per i lager in Libia”

Mimmo Lucano, sindaco di Riace, si difende dalle accuse e attacca il ministro Salvini

Pubblicato:02-11-2018 10:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:44
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ROMA – Mimmo Lucano difende le sue azioni e le decisioni che l’hanno fatto finire prima agli arresti domiciliari e poi lontano da Riace, con il divieto di dimora: “Ho fatto quello che è normale: non rimanere indifferente rispetto a persone che hanno disagi”, dice.

“Sono stato accusato di due reati legati all’immigrazione in un periodo in cui l’Italia stava facendo degli accordi con i capiclan della Libia. Per fare in modo che tantissime persone rimanessero nei lager Alla fine io ho fatto solo un matrimonio, per giunta regolare, e sono accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Tutto questo mi sembra assurdo. E mi accusano di aver affidato a due cooperative sociali la raccolta dei rifiuti, in una regione in cui questo settore spesso è ad alto rischio di permeabilità della criminalità organizzata”.

Per le sue vicende giudiziarie, Lucano ha ricevuto la solidarietà di tanta gente comune ma anche di tanti altri sindaci. Fra questi Sutri, il paese del viterbese che ha come sindaco Vittorio Sgarbi: “Mi ha fatto molto piacere il gesto di Sgarbi. Purtroppo però oggi non potrò andare a Sutri: ho un po’ di problemi di salute, forse una colica renale”, annuncia, “ma la vicinanza di tutte queste persone mi aiuta e mi conforta”.


LUCANO: SALVINI NON HA IL SENSO VERO DEI RAPPORTI UMANI

“Chi ha più possibilità e più potere non è come me, che sono il sindaco di un piccolo comune. Gli strumenti che si hanno a disposizione sono diversi”, dice Lucano a Circo Massimo, su Radio Capital, a proposito del fatto che mentre il ministro Matteo Salvini e’ stato archiviato, lui resta indagato.

“In questo periodo stiamo andando verso la perdita dei valori umani, verso una società della disumanizzazione, delle barbarie. Mi chiedo come sia possibile costruire consenso sulla pelle delle persone più disperate, più deboli”, aggiunge Lucano.

Nessun problema, però, a incontrare Salvini: “Non ho alcuna difficoltà”, spiega Lucano, “Gli chiederei di considerare quello che è fuori dal suo pensiero, un pensiero che io non condivido per nulla. Esiste una dimensione dei rapporti umani che va al di là, e secondo me lui non ha mai provato a comprendere in maniera più profonda il vero senso dei rapporti umani”.

Il partito di Salvini, la Lega, si è opposta con forza alla partecipazione di Lucano a “Che tempo che fa”: “Riace è una comunità in uno dei contesti più difficili d’Italia, dove ci sono problematiche sociali, mancanza di lavoro, emigrazione, condizionamento della criminalità organizzata”, ragiona il sindaco calabrese, “Però dimostra che l’arrivo casuale di tantissimi rifugiati ribalta completamente la situazione. Se è possibile in una realtà del genere, allora è possibile ovunque. E questo è un messaggio da non divulgare”.

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