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Tutti al mare in ottobre, ma i bagnini non ci sono più

A sollevare il problema è il Movimento 5 stelle del Veneto: la stagione balneare si è chiusa a metà settembre, ma con la bella stagione bisognerebbe ripristinare il servizio di salvataggio

Pubblicato:02-10-2023 16:49
Ultimo aggiornamento:02-10-2023 16:49
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VENETO – Tutti al mare nonostante sia ormai autunno. Ma c’è un ‘ma’: i bagnini di salvataggio, che hanno il compito di sorvegliare la costa e i bagnanti in mare, non ci sono più. La loro presenza è garantita dai Comuni in tutto il periodo di apertura della stagione balneare, che è terminata però a metà settembre come è normale che sia. Dopo quella data, gli stabilimenti possono continuare a restare aperti ma il servizio di bagnino (che è disciplinato dai Comuni) non è previsto. A sollevare il caso è il Movimento 5 stelle del Veneto. Dopo l’ennesimo weekend di temperature bollenti e code in autostrada per arrivare alle località marine, la capogruppo M5s in Consiglio regionale del Veneto Erika Baldin solleva il caso. “se vengono chiesti anche più di 20 euro per trascorrere la giornata sulla sabbia, non si può non prorogare la sorveglianza“. Secondo il Movimento 5 stelle, è necessario organizzarsi perchè il servizio venga ripristinato. Altrimenti chi paga l’ombrellone resta senza servizio di salvataggio come chi sceglie la spiaggia libera.

“L’ondata di caldo agostano che ha travolto l’alto Adriatico- anche ieri ha attratto migliaia di persone verso le spiagge del litorale veneto”,scrive la consigliera Baldin. Tanti stabilimenti hanno riaperto quindi dopo il termine ufficiale della stagione balneare, scattato a metà settembre. ma c’è un problema: “Le convenzioni in atto tra le rispettive amministrazioni comunali e le associazioni di categoria del settore tuttavia non hanno previsto tale evenienza, con riferimento all’assistenza ai bagnanti. Morale? Tutti gli stabilimenti che hanno aperto lo hanno fatto incassando la locazione di ombrelloni e lettini, ma non hanno fornito il servizio di salvataggio in mare”, scrive la capogrupo del M5s.

Ed è “un particolare certo non prevedibile, ma non secondario: tra Jesolo e Sottomarina la macchina dell’ospitalità si è rimessa in moto, sia nelle strutture ricettive che nelle spiagge. Ma se vengono chiesti anche più di 20 euro per trascorrere la giornata sulla sabbia, non si può non prorogare la sorveglianza di chi sceglie di affrontare l’acqua del mare, dove il progressivo rarefarsi del sole nelle ore meno centrali può anche causare problemi. Altrimenti è come servirsi della spiaggia libera, che però è gratuita”, avverte Baldin.


Le file di auto nelle strade che portano verso le località turistiche “sono lunghe come a fine maggio. Ben vengano le giornate soleggiate a ottobre, gli spostamenti di massa verso le spiagge veneziane, l’aumento delle motivazioni per protrarre la vacanza estiva in periodo di cambiamento climatico. Le stesse associazioni di categoria hanno plaudito al fiorire di eventi e manifestazioni per destagionalizzare il turismo. Ma appunto, enti locali e operatori facciano la propria parte, e consentano il ripristino dei bagnini di salvataggio finché ci saranno utenti negli stabilimenti balneari in concessione”, insiste Baldin.

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