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“Il sindacato è sotto processo a Modena”, domani maxi raduno

Sono attese migliaia di persone per la manifestazione indetta dai Si Cobas dopo che la Procura ha chiesto il processo per centinaia di persone coinvolte nei picchetti per Italpizza

Pubblicato:02-10-2020 15:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:59

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BOLOGNA – “La mobilitazione di domani sarà enorme e molto imponente, visto che aspettiamo migliaia di persone a Modena anche da varie parti d’Italia e soprattutto dall’Emilia-Romagna. Ci sarà tantissima gente e sarà una manifestazione pacifica e gioiosa, come sempre. Avremo tutti la mascherina, naturalmente, e rispetteremo le regole anti-Covid. Speriamo intanto che non ci siano altre provocazioni o divieti: abbiamo tutto il diritto di tenere questa manifestazione”. È l’annuncio del sindacato Si Cobas oggi con un presidio di fronte alla Questura di Modena, dove gli attivisti dell’organizzazione di base rimettono in fila le ragioni della manifestazione nazionale annunciata per domani in città.

L’appuntamento del “comizio”, con un tam-tam sui social da giorni, è in piazza Grande domani dalle 14.30. La scintilla, per il sindacato, è stata la chiusura delle indagini in Procura a Modena a carico di centinaia di attivisti, non solo quelli coinvolti nelle tensioni con la Polizia di fronte ai cancelli di Italpizza tra 2018 e 2019 in particolare.


SOTTO ACCUSA 477 PERSONE TRA OPERAI E SINDACALISTI

“Il sindacato è sotto processo: sono almeno 477 gli operai, sindacalisti e solidali, per gli scioperi nel modenese per cui la Procura ha chiesto il processo, senza contare fogli di via, avvisi orali, irruzioni nella sede sindacale, arresti illegali e violenze poliziesche. Fallita la montatura giudiziaria contro Aldo Milani, adesso Questura e Procura mettono alla sbarra l’intero sindacato”, si legge nel post online dei Si Cobas.

Se domani in piazza pende anche la presenza della Banda Popolare dell’Emilia Rossa, ricostruisce sui ‘contatti’ di questi ultimi giorni il coordinatore locale del sindacato di base, Marcello Pini: “La manifestazione inizialmente era stata vietata, poi è stata autorizzata come manifestazione statica in piazza Grande con, almeno noi lo prevediamo, un concerto finale. In realtà, ci hanno appena comunicato che la Questura ha chiamato direttamente i musicisti per dire che il concerto è vietato. Al momento ci hanno detto che non si può fare. Gli incontri con la Questura ci sono già stati, vedremo che sviluppi ci saranno in giornata, se ci saranno. Andremo sul posto comunque con la banda? Lo vedremo domani, sarà una sorpresa. Inizialmente- aggiunge Pini- ci avevano vietato anche il palco, dicendoci che non potevamo montarlo”.

IL PASTICCIO DELLA BANDA POPOLARE, LA CGIL: “SE SUONA DAI COBAS ALLORA ARRIVEDERCI”

C’è anche una banda popolare ad alimentare tensioni tra Cgil e Si Cobas nel modenese, uno dei territori più produttivi in diversi settori, anche grazie al meccanismo degli appalti, nei quali la rappresentanza dei lavoratori resta frantumata. L’ultima polemica coinvolge proprio la ‘Banda Popolare dell’Emilia Rossa’, che avrebbe voluto suonare proprio al raduno Si Cobas domani in piazza Grande a Modena, ma la Cgil non ha gradito e l’ha fatto sapere. “Se suonate dai Cobas non suonate alla Goldoni”, sarebbe stato il messaggio recapitato.

Conferma Marcello Pini dei Si Cobas modenesi oggi in presidio sotto la Questura: “C’è stata questa polemica, sì, ed evidentemente dà fastidio che loro suonino, sia alla Goldoni sia da noi. Stanno cercando di evitare la loro partecipazione”. Cos’è successo in questi ultimi giorni lo ha spiegato anche lo stesso gruppo di musicisti così, in un post: “Avevamo pensato di comune accordo con gli amici e compagni Modena City Ramblers di recarci una delle prossime sere davanti ai cancelli della Goldoni, azienda di Carpi che sta vivendo una situazione davvero drammatica in cui i 220 lavoratori sono in presidio permanente da settimane perché rischiano di perdere il lavoro per colpa di una multinazionale senza scrupoli. Ci sembrava giusto e doveroso essere lì davanti”. Ma, continua la banda, “la Cgil di Modena ci ha comunicato che siccome sabato 3 ottobre come Banda Popolare dell’Emilia Rossa suoneremo in piazza grande a Modena alla manifestazione del Si Cobas, non potremo andare a suonare davanti alla Goldoni a causa dei problemi di ‘tensione politica’ che esistono tra le due organizzazioni sindacali in questione. Siamo davvero dispiaciuti di aver ricevuto una comunicazione di questo genere”.

E IL SINDACO LANCIA APPELLO: “NON ROVINATE FESTA UNESCO”

“A Modena c’è libertà di manifestare, ma ci auguriamo venga fatto con civiltà e rispetto per la città. E che non si rovini la festa Unesco”. È l’appello del sindaco Gian Carlo Muzzarelli affinché il corteo e il comizio in piazza Grande, annunciato dai Si Cobas e autorizzato dalla Questura per sabato 3 ottobre, non crei problemi in città. Se il sindacato di base dice di mobilitarsi per le centinaia di attivisti e lavoratori indagati nel territorio, per via dei picchetti ai cancelli di varie fabbriche, il sindaco chiede attenzione proprio a partire dalle manifestazioni di ‘Modena Patrimonio Mondiale in Festa’ dedicate al sito Unesco, patrimonio dell’umanità, che si snoda appunto tra piazza Grande, duomo e Ghirlandina.

L’appello del sindaco, che ribadisce “la fiducia per l’attività di controllo che svolgeranno le forze dell’ordine”, nasce da alcune vicende degli scorsi anni attorno alle quali “manifestazioni di tipo analogo sono sfociate in danni e vandalismi in città”, precisa il Comune in una nota. “Guardiamo con rispetto a qualunque manifestazione democratica e sindacale- aggiunge Muzzarelli- ma chiediamo analogo rispetto per la città e i cittadini”.

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