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Reggio Emilia, botte da orbi davanti ai Carabinieri per un conto troppo salato dal carrozziere

Il titolare dell'autocarrozzeria di Rubiera e il figlio si sono picchiati con due clienti di 46 e 57 anni usando anche una roncola e un piede di porco. Arrestati tutti e quattro per rissa aggravata

Pubblicato:02-07-2021 12:46
Ultimo aggiornamento:06-07-2021 11:59

armi sequestrate reggio emilia carrozzaio
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REGGIO EMILIA – Un conto troppo salato sarebbe all’origine di una violenta rissa avvenuta in un’autocarrozzeria di Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, scoppiata peraltro sotto lo sguardo attonito dei Carabinieri. I contendenti -il 51enne titolare dell’officina e il figlio 26enne entrambi abitanti a San Martino in Rio, un cliente 46enne di Rubiera e un suo amico di 57 anni di Modena- sono stati tutti arrestati con l’accusa di rissa in concorso aggravata.

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I quattro si sono picchiati selvaggiamente usando anche una roncola e un piede di porco e due di loro sono rimasti feriti alla testa. Sono il titolare della carrozzeria (per lui punti di sutura e sette giorni di prognosi) e il modenese “rammendato” per lesioni guaribili in 10 giorni. I Carabinieri hanno inoltre sequestrato due pistole, una a salve e l’altra ad aria compressa.

Tutto è cominciato alle otto di ieri sera quando una pattuglia dei militari si è recata nella carrozzeria dove il titolare aveva richiesto il loro intervento, sostenendo di essere stato poco prima minacciato da due uomini con cui aveva discusso per l’importo dovuto per la riparazione di un auto. Gli stessi che, mentre i Carabinieri ascoltavano, sono arrivati sul posto con un furgone.


Con sorpresa degli uomini dell’Arma, i quattro arrestati hanno iniziato dopo poco a darsele di santa ragione. Non si sono fermati nemmeno quando i Carabinieri hanno usato lo spray al peperoncino e lo hanno fatto solo quando uno di loro, per riportare la calma, ha esploso un colpo di pistola in aria con la pistola d’ordinanza. Poi sono stati chiamati i rinforzi e tutti i coinvolti nella rissa sono stati arrestati. I militari hanno perquisito anche le loro abitazioni e la carrozzeria perché, nella lite verbale, erano volate minacce in ordine all’uso di pistole. Le armi sono poi state effettivamente rinvenute e sequestrate: una pistola a salve era occultata nel bidone della spazzatura della carrozzeria e una ad aria compressa nell’abitazione del 46enne di Rubiera.

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