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Storchi (Ucid): “Reggio Emilia sia modello economia civile”

Fabio Storchi, presidente della sezione di Reggio Emilia dell’Ucid, spiega la sfida per il nuovo anno

Pubblicato:02-01-2024 17:10
Ultimo aggiornamento:02-01-2024 17:10
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fabio storchi
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ROMA – “Operiamo per fare sì che Reggio Emilia, la città del Tricolore, divenga il modello dei principi e dei valori dell’economia civile”. È questa la sfida, per il nuovo anno, che propone Fabio Storchi, presidente della sezione di Reggio Emilia dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti), ai suoi associati e alla comunità. Un obiettivo che Storchi auspica possa essere perseguito anche grazie ad un sempre maggior numero di imprese che, seguendo le normative comunitarie, adotteranno i criteri ESG nella gestione d’impresa. Chi persegue in azienda l’ecologia integrale applica in buona sostanza anche i valori dell’economia civile. Poiché la diffusione di questo modello economico- spiega la nota- deve essere accompagnato e alimentato culturalmente, Storchi, come presidente di sezione territoriale, si propone di creare una maggiore coesione e collaborazione con l’Ucid regionale e nazionale, per far sì che: “Di economia civile si parli sempre di più, nei convegni, nei luoghi di cultura e nelle aziende, ponendo fine alla scarsa rilevanza che il tema ha oggi nel nostro Paese”.

Storchi non nasconde che: “Sarà un lavoro lungo perché, se in Italia il modello di economia civile non è molto noto – pur essendo nato e avendo mosso i primi passini Italia – la situazione si profila peggiore in Europa. L’auspicio è che un giorno, non lontano, i principi dell’economia civile possano essere parte integrante della carta dei valori Europei”.

Nel modello di nuova economia che proponiamo, le imprese, oltre a perseguire il profitto come indice di solidità e di stabilità aziendale, hanno una responsabilità sociale anche nei confronti della crescita e sviluppo della comunità in cui operano, così come il rispetto dell’ambiente e la salvaguardia del creato.
“L’economia civile- sottolinea Storchi- non disdegna il profitto ma si fonda anche su valori come fraternità, reciprocità e solidarietà. Il mercato è pensato come luogo di mutuo vantaggio e la società come ambito di fioritura umana, nel cooperare e nel fare insieme. Per attuare questa visione è necessario rilanciare la centralità della persona come forza ed energia imprescindibile per far crescere l’azienda e sviluppare politiche di valorizzazione di tutti i collaboratori con le loro potenzialità ed i diritti-doveri, tutelando in pieno la loro dignità. L’Europa dovrebbe misurarsi con questo nuovo modello economico, posta com’è, di fronte a una sfida storica: riaffermare la sua identità e il suo ruolo di guida in un mondo sempre più interconnesso e complesso. Per farlo ha bisogno di una visione chiara e condivisa, che sia in grado di ispirare e motivare i suoi cittadini, di rafforzare la sua coesione interna e la sua influenza esterna, di promuovere lo sviluppo sostenibile, la democrazia liberale e la pace. Con l’economia civile- conclude il presidente Ucid- siamo in grado di fornire qualche risposta a queste grandi questioni del nostro tempo”.


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