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Da una economia del profitto a un modello più etico. Storchi: “Il sogno è possibile”

L'evento si è svolto, su iniziativa della sezione Ucid di Reggio Emilia

Pubblicato:20-11-2023 10:18
Ultimo aggiornamento:20-11-2023 10:18
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operaio lavoro pixabay
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REGGIO EMILIA – A Reggio Emilia si è scritta la storia dell’economia civile. Secondo Fabio Storchi, che ha presieduto l’evento, “ecco il modello ‘italiano’ di una economia non di solo profitto, il sogno è possibile, a partire dall’impresa”. L’Aula Magna Pietro Manodori di Reggio Emilia è stata sede di un convegno dal titolo ‘Sostenibilità Integrale e Partecipazione: da un’Economia di solo profitto a un’Economia Civile e di Comunione’, a favore di un nuovo modello economico, fondato sulla centralità della persona, destinato a ridisegnare il mondo del lavoro e la nostra società in tutte le sue articolazioni, anche con l’ambiente che la ospita.

L’evento si è svolto, su iniziativa della sezione Ucid di Reggio Emilia – presieduta dal Cavaliere del Lavoro Fabio Storchi – di Aipec, UniMoRe e NeXt – Nuova Economia X Tutti.

L’appuntamento ha inteso approfondire l’economia civile e di comunione che ha come priorità l’individuo, la sua partecipazione attiva ed il suo benessere, facendo leva su valori quali reciprocità, fraternità ed ecologia integrale.


Numerosi gli interventi, fra i quali quelli degli economisti che da tempo hanno lavorato su questa prospettiva – come Stefano Zamagni, docente all’Università di Bologna, Leonardo Becchetti dell’Università La Sapienza di Roma e Luigino Bruni, economista e docente all’Università Lumsa – oltre a molti ricercatori, professionisti, imprenditori e dirigenti d’azienda.

Le tematiche chiave del convegno sono state sviluppate dai relatori lungo l’intera giornata, attraverso quattro panel: ‘La persona al centro’; ‘Quando lo sviluppo è sostenibile’; ‘Oltre il profitto: la generatività’; ‘Fare insieme per il bene comune’.

Tra gli ospiti d’onore, il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, monsignor Giacomo Morandi, estimatore, tra l’altro, della figura e dell’opera di Adriano Olivetti, un visionario che nella sua azienda ha saputo realizzare uno degli esempi più compiuti di economia civile.

“Oggi l’imprenditore deve essere ancora più ambizioso di quanto non lo sia stato sin qui- ha considerato il presidente Storchi nel corso del suo intervento- Non solo deve preoccuparsi della salute della sua impresa, che è il primo obiettivo, ma anche del progresso sociale, del benessere della comunità in cui opera e della salvaguardia dell’ambiente”, ha sottolineato.

“Un sogno da realizzare”, ha ammesso, ma “l’esperienza mi dice che nell’attività manifatturiera ciò è possibile. Anzi- ha aggiunto- credo che sia proprio l’impresa il luogo ideale da cui partire per portare avanti questo tipo di sperimentazione: un’impresa sempre più attenta alle linee guida ‘Esg’ e che rispetti parametri economici, sociali, ambientali ed etici.

E la partecipazione di tutte le persone è necessaria, per centrare questi obiettivi. L’etica- ha sottolineato- è fondamentale perché è la base della fiducia e permette questa amalgama all’interno dell’organizzazione”.

Nella pratica, il nuovo modello economico “crea ambienti di lavoro luminosi, armonici, dove la persona è circondata da colleghi che collaborano pienamente e dove può esprimere al meglio le proprie competenze. In sostanza- ha sottolineato Storchi- un lavoro che genera felicità nei lavoratori, in cui essi percepiscono di essere rispettati, sentono ascoltati i propri bisogni e valorizzati i propri talenti”.

In un tale contesto anche il rapporto con l’ambiente risulterà virtuoso.

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