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Violenze in Francia, l’appello del campione Mbappè: “Fermatevi”

Il campione del calcio francese Kylian Mbappé, nato proprio in una periferia parigina, lancia un appello perchè le violenze si fermino: "Ora dialogo e ricostruzione"

Pubblicato:01-07-2023 14:03
Ultimo aggiornamento:02-07-2023 15:27

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BOLOGNA – Il campione della nazionale francese Kylian Mbappé lancia un appello per fermare la spirale di violenza in Francia. Proprio lui che in una banlieue ci è nato (è nato a Bondy, vicino a Saint Denis nell’Ile de France, una zona ribattezzata il “ghetto”), chiede ora ai giovani che stanno dando sfogo alla loro rabbia di fermarsi e di continuare a portare avanti le loro richieste ma in modo pacifico, con il “dialogo”. Da giorni la violenza si è accesa a Parigi e in altre città della Francia, con violenze e saccheggi, soprattutto nelle periferie, in segno di protesta per l’uccisione del 17enne Nahel, colpito da un colpo sparato da un poliziotto martedì 27 giugno durante un controllo stradale. Mbapp+ è intervenuto ieri sera postando un appello su Twitter, in cui si stringe alla famiglia del ragazzo ucciso (l’agente che ha sparato è stato accusato di omicidio e si trova in custocdia cautelare), parla di “morte inaccettabile“. Subito dopo, però, chiede che le violenze si fermino. Se le motivazioni sono giuste, è il modo che deve cambiare: “Il tempo della violenza deve finire per far posto a quello del lutto, del dialogo e della ricostruzione“.

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IL MESSAGGIO DI MBAPPÈ

“Come tutti i francesi, siamo rimasti segnati e scioccati dalla brutale morte del giovane Nahel– scrive nel messaggio postato il calciatore-. Il nostro pensiero va innanzitutto a lui e alla sua famiglia, ai quali porgiamo le nostre più sentite condoglianze. Ovviamente non possiamo rimanere insensibili alle circostanze in cui è avvenuta questa morte inaccettabile”.


A chi sta compiendo violenze e incendi, Mbappè dice: “È la tua proprietà che stai distruggendo, i tuoi quartieri, le tue città. In questo contesto di estrema tensione, non possiamo rimanere in silenzio e la nostra coscienza civica ci incoraggia a chiedere pace. Il tempo della violenza deve finire per far posto a quello del lutto, del dialogo e della ricostruzione“.

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