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Governo, Fortuna (Unicusano): “Momento difficile, ma no fine mondo”

L'incarico di Cottarelli è difficile e "tutto può succedere", dice Fortuna. "Queste giornate hanno insegnato tutto o il contrario di tutto"

Pubblicato:28-05-2018 16:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:56

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ROMA – Politica ed economia, un collegamento “scontato” che fa da cornice a quanto si sta sviluppando in Italia, soprattutto dopo gli ultimi sviluppi per quello che riguarda il Governo del nostro Paese: ora è tutto nelle mani dell’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli, dopo il tentativo fallito con Giuseppe Conte. A parlarne Fabio Fortuna, economista e magnifico rettore dell’Università degli studi Niccolò Cusano, intervenuto a Radio Cusano Campus. “La finanza pura- ha spiegato Fortuna- si è sviluppata in modo abnorme, questo può aver determinato scenari che non sempre corrispondono all’economia reale”. Ora l’incarico “è stato dato a Cottarelli, un incarico abbastanza difficile. Gli auguro un buon lavoro”.

Fortuna ha sottolineato che ora “tutto può succedere, si tratta di traghettare l’Italia fino alla volontà dei cittadini. Ma dobbiamo fare i conti con l’economia”. Nel suo intervento Cottarelli “ha lasciato intendere due possibili sbocchi” e l’assenza della fiducia “pare l’ipotesi più avvalorabile. Tutto può succedere, queste giornate hanno insegnato tutto o il contrario di tutto”. L’Italia, oggi, è tornata “ad una volatilità incredibile, per lo spread e per il mercato azionario- ha detto ancora Fortuna-. Dovremo abituarci per i prossimi giorni a una volatilità frenetica, speriamo non si orienti prevalentemente verso il negativo. In Italia il momento è difficilissimo. Quella di oggi è una giornata difficile che in ogni caso avremmo volentieri evitato di vivere”.

Il momento ha avuto delle conseguenze sull’economia, “c’è stata una inversione di tendenza, il mercato italiano ha cominciato ad avere perdite, ha cominciato ad avere giornate negative”. Lo spread “è sceso nei primi giorni di maggio intorno ai 120 punti, ha cominciato a correre in un arco di tempo ristretto, succedeva durante un’ultima fase, sembrava che un accordo si sarebbe trovato, quindi la preoccupazione emergeva in funzione della riapertura dei mercati. Perché parliamo sempre di mercati? Ormai sono parte integrante della nostra vita”.


Nonostante quello che sta succedendo, però, per Fortuna “non è la fine del mondo, la crisi, forse la più profonda a livello istituzionale, si sta sviluppando in un contesto che non è quello del 2011“. In Europa l’Italia “ha un suo peso, non c’è interesse da parte di nessuno ad affossare l’Italia”.

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