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Vaccini obbligatori per medici in Emilia-Romagna, Cisl: “Sì, ma gradualità e dialogo”

A differenza di altri sindacati, la Cisl non è contraria all'obbligo di vaccinazione per i sanitari che lavorano nei reparti più delicati

Pubblicato:20-03-2018 16:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:39
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BOLOGNA – I pazienti costretti al ricovero in ospedale “si aspettano di guarire e di non contrarre qualche altra malattia”. Per questo la Cisl non è contraria all’obbligo di vaccinazione per i sanitari che lavorano nei reparti più a rischio degli ospedali emiliano-romagnoli. “La sanità pubblica- si legge in una nota della Cisl Emilia-Romagna e della Cisl-Fp- ha il dovere di salvaguardare la salute dei propri professionisti, della collettività e di ogni singolo individuo attraverso misure preventive anche di carattere obbligatorio”.

Certo, “a nessuno piace vaccinarsi“, ammette il comunicato, ma il tema “è se serve a prevenire un contagio per sé stessi e per gli altri”. Qualche paletto però lo pianta anche la Cisl, alla luce della delibera varata dalla Regione.

Gli operatori chiamati a vaccinare medici e infermieri ospedalieri “dovranno procedere con la necessaria gradualità in dialogo con gli operatori coinvolti e trovare le opportune soluzioni in collaborazione anche con i sindacati”.


Non manca una nota critica nei confronti dell’assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi. “Riteniamo che l’assessorato avrebbe dovuto convocare le confederazioni sindacali– scrive la Cisl- prima di assumere una delibera su un tema così importante e delicato, che coinvolge non solo una fetta consistente di operatori sanitari ma l’intera cittadinanza e l’organizzazione sanitaria della nostra Regione. Nel confronto con le rappresentanze sindacali bisogna crederci fino in fondo e non ‘alla bisogna’”.

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