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Scienza e conservazione del patrimonio culturale protagonisti al Festival della Robotica

La seconda edizione del Festival Internazionale della Robotica è in programma a Pisa dal 27 settembre al 3 ottobre

Pubblicato:10-09-2018 13:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:31
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ROMA – Il futuro che salva il passato, la tecnologia per dare nuova vita alle opere d’arte. Al Festival internazionale della Robotica del 2018 scienza e conservazione si uniscono, alla ricerca di soluzione innovative per la tutela del patrimonio artistico.

Così come l’alluvione di Firenze del 1966 costrinse i restauratori a misurarsi con emergenze mai sperimentate e portò, nel 1975, alla nascita della versione moderna dell’Opificio delle Pietre Dure, anche gli eventi sismici che negli ultimi 40 anni hanno colpito l’Italia hanno obbligato un’intera generazione di conservatori e restauratori a fare i conti con i danni al patrimonio culturale diffuso nei luoghi colpiti da calamità.


Per queste, e per altre tematiche, la sezione dedicata al restauro e alla conservazione dei beni culturali del Festival offrirà interessanti opportunità di confronto per addetti ai lavori e appassionati.

“Il binomio restauro beni culturali-robotica sembra azzardato- dice Flora Gagliardi, responsabile del settore- è uno degli esempi migliori di come le tecnologie più avanzate e la robotica siano uno straordinario e non invasivo strumento di ‘restituzione a nuova vita’ di grandissimi capolavori, siano essi imponenti affreschi o piccoli e delicati strumenti. Ci auguriamo che questa nuova presenza al Festival possa essere motivo di conoscenza per tutti i cittadini e invito a promuovere nuove opportunità lavorative per i giovani”.

Coordinata da Flora Gagliardi, dal pomeriggio di venerdì 28 settembre fino a lunedì 1 ottobre, l’innovativa sezione proporrà ben 18 progetti basati sulle tecnologie applicate alla diagnostica, al restauro e alla conservazione dei beni culturali (quadreria, strumenti musicali e scientifici, costruzioni storiche, beni archeologici).

I convegni tratteranno della robotica come strumento operativo nel recupero dei beni colpiti da eventi catastrofici, nella gestione dell’utenza museale, nel restauro del ‘Trionfo della Morte’ del Camposanto Monumentale a Pisa e in quello delle Navi Romane, sempre a Pisa.

Le sessioni di lavoro saranno aperte da illustri personaggi che al ‘restauro’ hanno dedicato studi, lavoro ed esistenza: il 28 settembre sarà presente Pierandrea Mandò, fisico, dell’Università di Firenze, precursore nell’utilizzo della fisica nucleare per l’analisi dei beni culturali.

Ospite d’onore della giornata sarà Claudio Strinati, personaggio di spicco nel panorama culturale, già soprintendente per il Polo museale romano, divulgatore della storia dell’arte anche in vari programmi televisivi e autorevole esperto di musica.

Il 29 settembre sarà invece la volta di Maurizio Seracini, l’ingegnere fiorentino docente a San Diego, fondatore di Editech, primo centro diagnostico per i beni culturali in Italia. In particolare il suo nome è legato alla quarantennale ricerca de ‘La battaglia di Anghiari’, la pittura murale di Leonardo da Vinci.

I progetti saranno illustrati in tre sedi: la Domus Mazziniana, il Camposanto Monumentale e gli Arsenali Medicei, da rappresentanti di vari enti: l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, il Museo della Reggia di Caserta, il Museo delle navi romane, l’Opera della Primaziale di Pisa, l’Università di Pisa, l’Università di Pavia e la direzione dei servizi tecnici del Comune di Firenze.

A completare il ricco parterre di enti coinvolti, ci sono anche Photonics Unit e Art-test che da anni operano a Bruxelles per conto della Commissione Europea nell’ambito della diagnostica al servizio dei beni culturali.


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