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FOTO | Salvini ai contestatori: “Siete comunisti incazzati”

Cartelli e striscioni per protestare contro Matteo Salvini a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena. Lui: "Vinciamo perchè abbiamo più stile, cultura ed educazione"

Pubblicato:04-06-2019 11:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:22

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CASTELFRANCO EMILIA (Modena) – “È bello, perché da una parte ci sono i sorrisi e si parla di futuro mentre dall’altra parte c’è qualche comunista incazzato. Dopo 70 anni, in democrazia c’è anche la possibilità di cambiare”. Esordisce così sul palco di Castelfranco Emilia il vicepremier Matteo Salvini, oggi di nuovo in tour elettorale in Emilia-Romagna in vista dei ballottaggi di domenica. In corso Martiri a Castelfranco l’appuntamento è alle 10, sotto la torre dell’orologio, e Salvini arriva sotto il palco poco prima delle 11. Lo attendono e lo salutano i suoi fan ma anche diversi esponenti di centrosinistra vestiti di bianco, che tengono in mano i poster del candidato del Pd Gianni Gargano, l’assessore uscente che se la vede al secondo turno di domenica con il candidato del centrodestra Modesto Amicucci.

Ci sono diversi giovani e donne immigrate, mentre spuntano cartelli del tipo “Più tortellini-meno Salvini” oppure “il fascismo non è un’opinione”. Il leader della Lega risponde a più riprese osservando che “i compagni sono agitati” e che “qua non ci sono fascisti, ma italiani orgogliosi di essere italiani”.





 

  Continua il ministro dell’Interno sul palco: “Ho fatto tardi perché ho passeggiato 200-300 metri in mezzo al mercato, ho ricevuto l’affetto di tanti modenesi ma la cosa è bella- scandisce Salvini- sono i tanti immigrati regolari che mi hanno detto ‘Salvini tin bota’, Salvini tieni duro. Ne hanno fatti arrivare troppi di immigrati- insiste il leader leghista contro la sinistra sul tema migranti- che non scappavano dalla guerra ma la guerra ce l’hanno portata qua, spacciando droga e facendo casino. Questa gente tornerà a casa dal primo all’ultimo, a Castelfranco, a Modena e a Mirandola, ovunque. A sinistra sono un po’ arrabbiati, perché fino all’anno scorso guadagnavano cinque miliardi di euro col business degli immigrati clandestini. C’è qualche cooperativa che deve cambiare ramo d’azienda da quest’anno“, si sbraccia nel suo comizio il vicepremier.

Che sprona così i suoi prima di salutare: “In bocca al lupo e grazie, ma il 9 giugno chi sta a casa è complice. Chi non sceglie è complice, quindi coraggio, a testa alta. Sapete perché vinciamo? È una differenza di stile, di cultura e di educazione. Molti di voi per essere qua hanno preso un’ora di permesso dal lavoro o hanno chiuso il negozio, ma penso che nessuno di noi si permetterebbe mai di andare a insultare o a disturbare- rimarca Salvini contro i contestatori vestiti di bianco- il comizio di qualcun altro. Questa è la differenza, per questo abbiamo approvato la legge che reintroduce a scuola l’educazione civica obbligatoria, anche se poi dipende dalla mamma e dal papà l’educazione…”.

“I COMPAGNI HAN CHIUSO GLI OSPEDALI IN EMILIA”

“C’è da fare ‘sindaco’, bisogna fare strade e scuole. E in Emilia ci sarà da riaprire un bel po’ di ospedali, quelli che i compagni hanno chiuso durante questi anni. Compagni-compagni e poi intanto ti chiudo l’ospedale, son buoni tutti così”, dice ancora Salvini sul palco elettorale di Castelfranco.

Continua Salvini tra gli applausi dei suoi: “Ho trovato un signore che mi ha detto: ‘ho sempre votato a sinistra, ora ho votato Lega perché la sinistra aveva approvato la legge Fornero e voi la state smontando’. Questa- rimarca il leader leghista- è la concretezza che mi piace. Sarà una bella giornata emiliana oggi, grazie al vostro coraggio domenica scorsa la Lega è diventata il primo partito in Emilia, in Italia e in Europa”.

“MANTERREMO PROMESSE, MOSCHEA NO PRIORITÀ”

“Vediamo di mantenere piano piano tutte le promesse fatte, tra le priorità di Castelfranco ce ne sono tante, tra case, viabilità e lavoro. Non mi sembra che tra le priorità ci sia una moschea… ci siamo capiti“, dice Salvini al comizio elettorale di Castelfranco Emilia. Sul fronte immigrati, presenti a vista d’occhio nella piazza sotto la torre dell’orologio, aggiunge: “Ognuno crede al Dio che vuole, io sono cristiano e cattolico e non pensavo- è il riferimento alle recenti polemiche sui simboli cristiani esibiti- fosse un problema in Italia esserlo. L’unico problema arriva quando nel nome del tuo Dio vuoi imporre una legge non compatibile con le nostre libertà: la donna coperta dai tappeti te la tieni al tuo Paese, non a Castelfranco, non in Italia”, scandisce Salvini.

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