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Coronavirus, in Lombardia 53% positivi ha oltre 65 anni. Pronta una strategia “per evitare la terapia intensiva”

Arrivano i 'cpap', "caschi in cui viene indotto ossigeno e che aiutano il paziente a respirare"

Pubblicato:02-03-2020 18:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:05

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MILANO – In Lombardia 1.254 positivi, 478 ricoverati, 127 ricoverati in terapia intensiva, 472 positivi asintomatici e 38 decessi, “tutte persone con patologie correlate e problemi cardiologici, diabetologici, e con eta’ estremamente avanzata”, nonche’ 139 dimesse e trasferite a casa, tra cui “le prime due persone arrivate al Sacco dalla zona rossa, che sono guariti e domiciliati, in attesa dell’ultimo tampone negativo”.

Sono tutte notizie date dall’assessore lombardo al welfare Giulio Gallera, che, questa volta in videoconferenza (dopo la positivita’ dell’assessore Mattinzoli e i conseguenti controlli su tutto l’esecutivo), aggiorna sui dati del contagio da coronavirus in Lombardia.

Specifica l’assessore che il 53% dei positivi ha dai 65 anni in su, mentre tra i ricoverati in terapia intensiva gli ultra 65enni sono il 68%. Insomma, una patologia che ha come bersaglio principale gli anziani, tant’e’ che Gallera annuncia un incontro con tutte le rappresentanze di sindaci lombardi affinche’ vengano attivate “le reti straordinarie sul territorio” di solito innescate dalle amministrazioni per far fronte alle ondate di caldo e le ondate di freddo, “per aiutare chi si autoisola e per assistere gli anziani soli”.


Gallera rende noto di aver chiesto l’assistenza- tramite il collega di giunta alla Protezione civile Pietro Foroni- di unita’ sanitarie del ministero della Difesa, mentre chiarisce che l’ospedale militare di Baggio servira’ ad allocare tutti coloro che, dimessi e in via di guarigione, attendono il tampone negativo.

L’assessore parla anche della nascita ‘spontanea’ di tre veri e propri presidi specializzati per gestire il covid-19, come i presidi di Crema, Lodi e Seriate, veri e propri punti “a vocazione coronavirus” (“ne individueremo altri”, assicura). In questi presidi infatti i reparti di pneumologia inizieranno a utilizzare i cosiddetti ‘cpap’, “caschi in cui viene indotto ossigeno e che aiutano il paziente a respirare”, come sottolinea Gallera, che riferisce come gli esperti “ci dicano che il 50% di pazienti trattati con questo metodo regrediscono”, e quindi e’ una strategia che permetterebbe “di evitare la terapia intensiva”.

Per il resto, l’assessore annuncia altri 200 posti letto in regione in piu’ di terapia intensiva, “oltre ai 140 posti letto che gia’ c’erano”. Infine, una rassicurazione sulla situazione del presidio di Crema, su cui qualcuno aveva espresso preoccupazione circa la tenuta: “E’ sotto pressione- afferma l’assessore- ma sta reagendo al meglio e quindi tranquillizzamo tutti”.

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