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Il M5S non decide, il Pd si prepara per l’elettorato ‘grillino’

L'editoriale del direttore Nico Perrone per Direoggi

Pubblicato:25-09-2020 15:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:57

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ROMA – Il tempo è scaduto ma Vito Crimi, capo reggente del M5S, è contento per la decisione di allungare il brodo, pardon, i tempi per arrivare a designare il nuovo leader del Movimento. Infatti, dopo lo sfogatoio di ieri alla riunione dei gruppi parlamentari, alla fine si è deciso di cominciare un percorso di confronto a partire dai territori e poi… campa cavallo.

In politica, scusate la franchezza, una simile decisione serve soltanto a prendere tempo e a segnalare che si naviga a vista, che poi si vedrà. Alcuni parlamentari ‘grillini’ vedono in questa spinta impressa da Crimi «una mossa per restare altri sei mesi a fare il capo reggente».

Cattiverie di pochi, mentre molti sono sicuri che lo scettro tornerà presto nelle mani di Luigi Di Maio, l’unico che dopo l’ubriacatura leghista ha capito che il vento ora spira altrove… e si è posizionato chiedendo di trattare subito col Pd per creare alleanze in vista delle prossime elezioni comunali. «E’ stato lesto- dice una fonte del M5S- si è mosso come un vecchio e navigato democristiano». Il tempo è prezioso, soprattutto adesso in vista dei problemi, tanti, che sono ancora in attesa di soluzione.


Nel Pd, intanto, qualcuno gongola. Alla fine, è il loro ragionamento, a furia di non decidere il M5S si scioglierà da solo, si spaccherà in mille pezzi. A quel punto, prosegue il ragionamento «noi dovremo essere pronti a raccogliere i voti dei tanti elettori grillini delusi dalle non scelte dei dirigenti. Dobbiamo solo aspettare, mostrandoci disponibili e accoglienti».

Un primo segnale di questa voglia matta lo si vedrà quando si aprirà il capitolo della legge elettorale. Al momento l’accordo trovato a maggioranza è per un proporzionale con sbarramento al 5%. Tradotto, significa che ogni forza politica si batterà in campagna elettorale fino all’ultimo voto e il giorno dopo, pesato il ‘bottino’, si formerà l’alleanza di Governo. Ecco, se col passare dei mesi, invece, si aprirà un dibattito su un proporzionale corretto da un forte maggioritario sarà il segnale che il dado è tratto, che i milioni di elettori delusi del M5S sono benvenuti… nel Pd.

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