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Coronavirus, i governatori di centrodestra a Mattarella: “I decreti di Conte sfuggono al controllo costituzionale”

"È chiaro che la salute e' il primo e imprescindibile obiettivo, ma non puo' essere l'unico": cosi' i governatori di centrodestra nella lettera inviata al presidente della Repubblica

Pubblicato:29-04-2020 18:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:14
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ROMA – “La Fase 1 dell’emergenza Covid-19 ha visto un accentramento dei poteri normativi in capo al governo, secondo lo schema decreto-legge + Dpcm attuativi che ha posto problemi di compatibilita’ con la Costituzione, sia con riferimento al coinvolgimento parlamentare, sia con riferimento al rispetto delle competenze regionali”, si legge nella lettera inviata dai governatori di centrodestra al premier Giuseppe Conte, al ministro Francesco Boccia, e per conoscenza al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e ai presidenti di Camera e Senato. 

“L’accentramento” dell’emergenza coronavirus da parte del governo “e’ stato comunque responsabilmente accettato dalle Regioni a causa dell’assoluta emergenza e del principio di leale collaborazione tra livelli di governo”, proseguono i presidenti delle regioni governate dal centrodestra nella lettera ai vertici delle istituzioni. “Ma il protrarsi, anche nell’attuale fase di superamento della stretta emergenza, di risposte eccezionali, date rigidamente con atti del presidente del Consiglio dei ministri sprovvisti di forza di legge, potrebbe portare alla luce criticita’ anche notevoli circa la tenuta di un impianto giuridico basato su atti amministrativi che, in quanto tali, sono si’ successivamente sindacabili innanzi al giudice amministrativo e, per cio’ che concerne le Regioni, anche presso la Corte Costituzionale, ma che sfuggono al controllo preventivo da parte del potere pubblico e costituzionale”.

Ogni territorio ha le proprie specificita’, sia da un punto di vista strutturale, sia da un punto di vista epidemiologico. Essendoci dunque situazioni di oggettiva disomogeneita’ di condizioni sul territorio nazionale, e’ necessario che si possano dare regolamentazioni differenziate”, proseguono i governatori. “Si deve percio’ passare dalla logica dell’uniformita’ alla logica dell’uguaglianza– proseguono- diversamente, trattando in modo uniforme situazioni diverse, si giungerebbe al paradosso di aumentare le disuguaglianze, con una lesione della logica dei livelli essenziali da garantire su tutto il territorio (art. 117, c. 2, lett. m, Cost.), del principio di valorizzazione delle autonomie (art. 5 Cost.) e, soprattutto, del principio di uguaglianza sostanziale tra i cittadini italiani (art. 3, c. 2, Cost.)”.


GOVERNATORI CITANO CARTABIA: NON ESISTE DIRITTO SPECIALE

“Come ha recentemente detto il presidente della Corte costituzionale non si puo’ affermare che esista un diritto speciale per i tempi eccezionali, quali quelli che stiamo vivendo”. Cosi’ i governatori di centrodestra nella lettera a Mattarella e Conte. “È dunque necessario mettere a punto un sistema di collaborazione tra governo centrale e governi regionali maggiormente in linea con le prerogative costituzionali- proseguono- un ordinato sistema di regolazione dell’emergenza Covid-19 dovrebbe portare il livello di governo centrale ad adottare la cornice di riferimento, prevalentemente con atti normativi primari, sottoposti al controllo parlamentare”. Per i governatori, “tali atti potranno essere integrati da atti amministrativi (Dpcm) nello stretto limite di quanto previsto dalle competenze statali, o richiesto dal principio di sussidiarieta’”.  

“Le prescrizioni concrete poste dal governo centrale dovranno comunque lasciare uno spazio di regolazione alle Regioni, per adattare le previsioni alle specifiche condizioni dei territori”, scrivono i governatori di centrodestra a Mattarella e Conte. “Lo spazio per la regolazione regionale- aggiungono- dovra’ essere sottoposto ad un rigoroso controllo da parte del governo centrale, utilizzando parametri scientifici oggettivi riferiti ad ogni sistema sanitario regionale, come ad esempio la saturazione dei posti letto (in terapia intensiva / semi-intensiva) o l’indice R0, con scansioni temporali settimanali”.

POTERE A REGIONI SU RIAPERTURE, RIVEDERE DPCM 26 APRILE

Il “riconoscimento alle singole Regioni della facolta’ di calibrare le aperture delle varie attivita’ produttive”. E’ cio’ che i governatori di centrodestra chiedono che sia inserito dal governo nel Dpcm 26 aprile 2020. “E’ assolutamente necessario che l’attuale struttura del Dpcm 26 aprile 2020, imperniato su regole previste rigidamente in funzione della sola tipologia di attivita’ economica svolta e con la possibilita’ di adottare, nelle singole regioni, solamente misure piu’ restrittive- scrivono i governatori a Conte e Mattarella- venga riformata in quanto non dotata della necessaria flessibilita’ capace di riconoscere alle Regioni, laddove la situazione epidemiologica risulti migliorata e i modelli previsionali di contagio in sostenuta decrescita, la possibilita’ di applicare nei loro territori regole meno stringenti di quelle previste a livello nazionale, con una compressione delle liberta’ costituzionali strettamente proporzionata all’esigenza di tutela della salute collettiva”.

SALUTE NON E’ UNICO OBIETTIVO

“È chiaro che la salute e’ il primo e imprescindibile obiettivo, ma non puo’ essere l’unico. Del resto il bene della vita ‘salute’ e’ caratterizzato da una molteplicita’ di profili: innanzitutto, fisico e psicologico ed e’ evidente che quest’ultimo e’ gravemente compromesso dalla perdita del lavoro e dai debiti”. 

SE CHIUSURE CONTINUANO, CROLLO

“Con il protrarsi delle chiusure delle attivita’ produttive e di quelle del terziario, come il commercio, il turismo, i servizi, i trasporti e le professioni, e con la prospettiva che questa situazione si prolunghi nel tempo, il quadro economico e’ destinato a peggiorare drasticamente e i consumi rischiano un crollo generalizzato”. 

FATECI RIAPRIRE ATTIVITA’ CHE RISPETTANO MISURE

“Le Regioni propongono, in presenza di una data situazione epidemiologica riscontrabile oggettivamente e certificata dall’Autorita’ sanitaria delle singole Regioni e sottoposta ad uno scrupoloso controllo del governo, di garantire la possibilita’ di poter riaprire la propria attivita’ a tutti coloro che rispettino le misure gia’ previste dal Dpcm del 26 aprile 2020 e dai protocolli di sicurezza aziendali”.

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