SANREMO – Sconvolgente, artistico e come sempre provocatorio. Achille Lauro ha lasciato tutti a bocca aperta con la sua performance durante la prima puntata del Festival di Sanremo, edizione numero 70.
Quarto in ordine di uscita tra i big, Lauro ha sceso le celebri scalinate del Teatro Ariston coperto da un lungo mantello di velluto nero ricamato a mano, che ha lasciato cadere per scoprire una tutina con paillettes oro e argento. Il rapper ha interpretato la famosa scena attribuita a Giotto in una delle “Storie di San Francesco” della Basilica Superiore di Assisi, il momento più rivoluzionario della storia del Santo, in cui si è spogliato dei propri abiti e di ogni bene materiale per votare la sua vita alla religione e alla solidarietà.
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Lauro, da sempre grande performer e appassionato del mondo visual, porta sul palco una vera e propria rappresentazione teatrale, con la collaborazione di uno dei designer più apprezzati nel mondo: Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci.
“La storia della rinuncia di San Francesco ai beni materiali è un messaggio universale che ancora oggi risulta di grande attualità”, ha spiegato Lauro.
Svelato dunque, finalmente, il collegamento con la figura del Santo, che era comparso a sorpresa sui social dell’artista nelle settimane precedenti al Festival e aveva scatenato la curiosità dei fan.
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Le sorprese, però, non finiscono qui. “Il futuro- ha spiegato il cantante- mi vedrà sempre più impegnato in varie forme di arte, senza mai allontanarmi dalla mia prima musa inspiratrice, la musica. Quello a cui assisterete non sarà più solo l’esecuzione di una semplice canzone: a Sanremo voglio portare quattro storie, quattro forme di omaggio, che rappresentino al meglio ciò che accade durante i miei live”.
Una cosa è chiara, Lauro non ha paura dei giudizi: “Ho deciso di osare, di azzardare, qualcuno potrà dire che sono pazzo: sono disposto a correre il rischio, certo che chi non comprenderà avrà comunque il mio rispetto”.
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Sì
Noi sì
Noi che qui
Siamo soli qui
Noi sì
Soli qui
Fai di me quel che vuoi sono qui
Faccia d’angelo
David di Michelangelo
Occhi ghiacciolo
Dannate cose che mi piacciono
Ci son cascato di nuovo
Ci son cascato di nuovo
Pensi sia un gioco
Vedermi prendere fuoco
Ci son cascato di nuovo
Tu sei mia
Tu sei tu
Tu sei più
Già lo so
Che poi lì
Che non so più
Poi chi trovo
Chi trovo.
Sono qui
Fai di me quel che vuoi
Fallo davvero
Sono qui
Fai di me quel che vuoi
Non mi sfiora nemmeno
Me ne frego
Me ne frego
Dimmi una bugia me la bevo
Sì sono ubriaco ed annego
O sì me ne frego davvero
Sì me ne frego
Prenditi gioco di me che ci credo
St’amore è panna montata al veleno
È instabile
Fragile
È una strega
Solo favole
Favole
A far la scema
È abile
Agile
Quel modo
Insospettabile
O mio Dio sì
Lei
Che dice a me
Voglio te
Ma vuole
Quello che non sa di sé
Dai
Vorresti che buttassi tutto quanto all’aria per te
Si perché
Per un capriccio
Lo sai
Che è cosi
Non si può non si può
Come no
Non mi sfiora nemmeno
Me ne frego
Me ne frego
Dimmi una bugia me la bevo
Sì sono ubriaco ed annego
O sì me ne frego davvero
Sì me ne frego
Prenditi gioco di me che ci credo
St’amore è panna montata al veleno
È una vipera in cerca
Di un bacio
Che poi
Le darò
Io sempre in cerca
Di quello che ho perso
Perdendo
Le cose che ho
Amore dimmi qualcosa
Qualcosa di te
Che non so
Cosi mi prendo anche un piccolo pezzo
Di te
Anche se non si può
Fai quel che vuoi
Me ne frego
Me ne frego
Dimmi una bugia me la bevo
Sì sono ubriaco ed annego
O sì me ne frego davvero
Sì me ne frego
Prenditi gioco di me che ci credo
St’amore è panna montata al veleno
Ne voglio ancora.
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