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A Milano 417 scuole danneggiate dal maltempo: 13 milioni di danni

Tutti i danni sono conseguiti alle intemperie che hanno funestato la città tra luglio e agosto

Pubblicato:31-08-2023 17:53
Ultimo aggiornamento:31-08-2023 17:53

danni scuole milano
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MILANO – Sono 306 gli edifici scolastici danneggiati strutturalmente a Milano dal nubifragio del 25 luglio scorso; altri 111 per danneggiamenti a strutture e al verde dopo il maltempo del 27 agosto. I danni totali finora quantificati da Palazzo Marino ammontano a 13.566.400 euro (in cima il Municipio 9 con 3,9 milioni di danni) e sono relativi solo agli eventi del 25 luglio. Lo ha reso noto in commissione educazione di palazzo Marino la vicesindaco Anna Scavuzzo, che ha anche indicato nel plesso scolastico di via Solaroli al municipio 5 l’edificio coi danni più ingenti, visto che sul tetto si è ribaltato un albero di enormi dimensioni. La scuola non riaprirà il 5 settembre prossimo e i 50 bambini saranno ospitati nella vicina scuola di via Antonini.

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Scavuzzo, col supporto dei tecnici dell’assessorato, ha poi ripercorso le tappe della presentazione delle istanze di rimborso sui lavori, rimborsi non erogati da Regione Lombardia a Milano perché il capoluogo non aveva aderito al criterio della “somma urgenza” utilizzato dal Pirellone per rifondere le spese ai comuni. Una prima stima a Regione è stata inviata “ai primi di agosto”, ha ricordato Scavuzzo. L’ultima settimana di agosto la Regione “ha avanzato la richiesta di ulteriore caricamento dei dati con attenzione alla somma urgenza”. Milano ha caricato i dati con le schede usate di solito, ha chiarito in sostanza la vice di Beppe Sala, perché Milano utilizza da tempo global service MM e accordi quadro, che già prevedono l’intervento immediato non solo in termini di rimozione del danno- ha specificato un tecnico dell’assessorato- ma anche la riparazione del danneggiamento subito dalle strutture. L’utilizzo del criterio della somma urgenza è uno “strumento specifico che alcuni comuni hanno scelto perché non avevano somme a bilancio”, ha precisato Scavuzzo, o mancavano di accordi quadro, oppure non avevano global service in atto. “Non c’è uno strumento che dice che c’è urgenza più di un altro. Si tratta di un criterio che non racconta l’urgenza con la quale chiediamo i fondi”.

Anche la scelta del governo di mettere a disposizione per lo stato di emergenza in Lombardia una prima somma di 9,4 milioni, ha proseguito Scavuzzo, “non è una risposta per nessuno, tantomeno per Milano”. La vicesindaco non ha calcato più di tanto la polemica e ha ribadito la scelta squisitamente tecnica dell’inoltro delle schede, rimanendo dell’avviso che la scelta di Regione di erogare il 100% della somma urgenza, 3,3 milioni (più o meno pari alla metà degli oltre 6 milioni richiesti in prima battuta dai comuni, ndr) “non sia stata corretta”.


La vicesindaca infine, rispondendo alla dem Roberta Osculati, non ha escluso che qualche risorsa possa venire da contratti assicurativi e su questo “siamo in contatto con altri comuni” dell’area metropolitana.

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