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Hamas ha accolto la proposta Qatar-Egitto per il cessate il fuoco

Possibile svolta in Medio Oriente ma i termini della bozza potrebbero non essere accettabili per il governo Netanyahu

Pubblicato:06-05-2024 19:34
Ultimo aggiornamento:06-05-2024 22:36

gaza spari su persone
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ROMA – Hamas ha accolto una proposta di cessate il fuoco avanzata dai mediatori del Qatar e dell’Egitto: lo ha riferito l’organizzazione palestinese, in una nota rilanciata dall’emittente Al Jazeera. Nel testo si legge: “Il fratello mujahid Ismail Haniyeh, capo dell’ufficio politico del movimento Hamas, ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdul Rahman Al Thani, e con il ministro dell’Intelligence dell’Egitto, Abbas Kamel, e li ha informati del fatto che il movimento Hamas ha accolto la loro proposta relativa a un accordo di cessate il fuoco”.

LA GIORNATA

La comunicazione è giunta al termine di una giornata cominciata con gli ordini di evacuazione diffusi dall’esercito di Israele relativamente ad aree e sobborghi di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove vivono circa 100mila persone. Il timore di un’offensiva da parte delle forze di Tel Aviv nella zona, proprio al confine con l’Egitto, era cresciuto di ora in ora.


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Ancora adesso molto resta da capire circa la portata dell’annuncio di Hamas. Secondo l’emittente televisiva israeliana Channel 13, l’organizzazione palestinese avrebbe acconsentito a una versione rivista dell’accordo proposto dall’Egitto. I termini di questa bozza, stando alla tv, potrebbero non essere accettabili per il governo di Benjamin Netanyahu. Nell’area di Rafah si sono concentrate oltre un milione di persone, in gran parte già sfollate, in fuga dai bombardamenti di Israele su Gaza avviati il 7 ottobre.

I TERMINI DELLA PROPOSTA

Secondo fonti citate da Al Jazeera, la proposta mediata da Egitto e Qatar includerebbe tre fasi, ciascuna delle quali di una durata prevista di 42 giorni.

La prima tappa consisterebbe in una tregua, con parallelo ritiro delle forze israeliane dal corridoio di Netzarim, che Tel Aviv usa per dividere il nord dal sud di Gaza.

Una seconda fase prevedrebbe una cessazione permanente delle operazioni militari e offensive e il ritiro completo dei militari di Israele dalla Striscia.

L’ultima parte dell’intesa riguarderebbe invece una decisione per la fine dell’embargo imposto da Tel Aviv nei confronti della regione palestinese.

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