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Roccella: “L’utero in affitto sostituisce la relazione con denaro e contratto, andate a vedere le clausole”

Allarme sulle donne che spariscono nel linguaggio: “senza differenza non ci sono pari opportunità, ma oppressione”

Pubblicato:31-07-2023 18:26
Ultimo aggiornamento:31-07-2023 18:43
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di Carlotta Di Santo e Silvia Mari

ROMA – “L’amore per la libertà e la dignità femminile”. E’ il ricordo dell’ insegnamento più forte trasmesso da sua madre, Wanda Raheli, che la ministra alle Pari opportunità e alla Famiglia, Eugenia Roccella, ha ricordato nel corso della sua intervista di oggi all’agenzia Dire.

MATERNITÀ SURROGATA

E proprio partendo da questo, sulla maternità surrogata ha detto seccamente che è “passaggio di denaro e contratto. Chiamarla utero in affitto è importante perché riporta questa pratica nel vero quadro in cui è iscritta, cioè nel quadro di commercializzazione internazionale” qualcosa che non preserva anzi compromette seriamente la dignità della donna e la complessità del materno. “Sono condizioni estremamente dure che danno tutti i diritti al committente, per forza di cose, quando si entra in un ambito commerciale. Più che i racconti, bisognerebbe andare a vedere cosa c’è scritto nei contratti, cosa si prevede e cosa sono le clausule a cui si è sottoposti“, il suo invito per capire bene di cosa si tratta nella realtà.


LA LEGGE 194

Una conversazione in cui, a partire dalla storia d’avanguardia di una famiglia ‘stramba’, raccontata nel libro scritto in pandemia ‘Una famiglia radicale’ (Rubbettino editore), immersa nelle battaglie politiche sui diritti, negli anni del partito radicale di Marco Pannella, la ministra ha ripercorso il suo vissuto, fatto anche di amarezze e mancanze. Affidata in fasce a una zia da papà Franco, vive con la famiglia paterna a Riesi a Caltanissetta, distante dalla vita dei suoi genitori assorbiti dal loro impegno politico. Si sposeranno solo un anno dopo la sua nascita e questo, insieme a molti altri eventi, fa della famiglia Roccella una famiglia assai lontana dai canoni del tempo.

“Un’avanguardia” che la ministra ha detto di conservare anche aldilà della memoria della sua storia, come “metodo di ascolto”, “esempio di una grande moralità” dei suoi genitori e di rigore. Un confronto e un senso del dialogo che oggi vacilla, oggi che le donne vivono una condizione inedita di violenza: quella di non potersi nemmeno definire tali, tra definizioni di ‘corpi con vagine’ come uscì su The Lancet o la proposta dei Radicali che parla di ‘persone gestanti’ e non di donne.Vengo dal femminismo della differenza– ha risposto su questo punto la ministra- c’è oggi un malinteso paritarismo e se non partiamo dalla differenza per avere le pari opportunità”, ha affermato la ministra, “oppressione e ingiustizie” come era allora torneranno.

Tra le battaglie condivise “alla pari” con la mamma quella sulla 194. Una legge per la quale “ho lottato- ha ribadito Roccella- e che ancora oggi difendo. Rimane una legge che copre le tante difficoltà che le donne vivono quando accettano o non accettano la maternità, che è sempre una questione complicata e a volte lacerante. La 194 assicura la possibilità di abortire, assicura quell’ultima canches di libertà di scelta. Ecco, il vero diritto delle donne sulla maternità è questo: la libertà di scegliere”.

È ancora una volta la libertà a tornare nel discorso, senza volere semplificare né il materno e il vissuto che accompagna questa condizione unica di ‘essere due in una’, tantomeno la scelta opposta di abortire.

Esiste, oggi più che mai, secondo la ministra, l’esigenza di recuperare il ruolo e la piena complessità della maternità anche con il potere che essa rappresenta e che è stato sempre temuto. Non a caso “la retorica del materno che c’era fino a 50 anni fa- ha dichiarato Roccella- serviva a gratificare le donne ma a tenerle a casa, è giustamente scomparsa ma non è stata sostituita dalla consapevolezza del valore sociale della maternità. Oggi dobbiamo quindi tornare a dare valore sociale alla maternità”.

L’ALIENAZIONE PARENTALE

Una complessità che sembra sfuggire anche a tante sentenze di tribunali italiani che inchiodano le donne, soprattutto quelle che denunciano i padri dei loro figli per violenza e abusi, a essere etichettate come mamme ipercuranti, o fusionali, o troppo amore. “C’è un’idea paritaria che stravolge il senso del materno, quindi l’idea che madre e padre sono identici, mentre hanno un ruolo a volte intercambiabile, ma la maternità ha un suo ruolo specifico che, se non viene considerato, poi dà origine ad ingiustizie” e poi altra grande questione è quella della formazione su cui assicura che interverranno con l’Osservatorio contro la violenza.

IL WELFARE

E nella società oltre al rafforzamento di alcune misure sull’assegno unico e le famiglie numerose nella legge di Bilancio 2023 Roccella ha annunciato per l’autunno “una norma per accompagnare le donne che oggi, nel percorso del materno, sono spesso molto sole, perché non c’è più quella rete di aiuti familiare e spontanea”. Sulla carriera e il famoso ‘soffitto di cristallo’ la ministra ha detto: “Con l’arrivo di Giorgia Meloni alla presidenza del consiglio un primo soffitto di cristallo, forse uno dei più importanti, è stato rotto. Penso che questo sia un fatto importante non soltanto da un punto di vista simbolico- ha aggiunto- ma anche perché ‘il femminile’ al governo secondo me porterà ad una diversa sensibilità nei confronti dei provvedimenti che toccano le donne. Credo che faremo molto su questo fronte”, ha assicurato. “Il nostro welfare è antico e va adeguato– ha sottolineato- così che le donne siano messe nelle condizioni di fare i figli che desiderano fare”, è anche questa una questione di libertà.

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