NEWS:

A Ravenna la “sanità migliora” con il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia

A regime previsti oltre 700 futuri medici. Per accoglierli al meglio, sono stati inaugurati i nuovi spazi del corso all'ospedale Santa Maria delle Croci. Fondazione Flaminia tra i promotori del progetto

Pubblicato:23-05-2024 12:09
Ultimo aggiornamento:23-05-2024 12:10

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

RAVENNA – “Dove c’è ricerca c’è una sanità migliore”. E tra le tre missioni dell’Università, oltre a didattica e assistenza, c’è proprio la ricerca. È dentro questo assioma l’importanza di avere portato in Romagna, a Ravenna e Forlì, il corso di laurea in Medicina e Chirurgia, che ha visto sabato 11 maggio l’inaugurazione dei nuovi spazi, oltre 1.200 metri quadrati negli ex locali di Fisioterapia dell’ospedale Santa Maria delle Croci.
Tra i protagonisti del progetto c’è la Fondazione Flaminia, l’ente che “sostiene esigenze e necessità di tutti i 19 corsi di laurea” del campus di Ravenna dell’Alma Mater di Bologna. E la presidente Mirella Falconi all’agenzia Dire non nasconde la sua soddisfazione. L’attivazione di Medicina in città risale al 2020 grazie al contributo del Comune di Ravenna, della Fondazione Cassa di risparmio di Ravenna e di Flaminia che insieme a Fondazione del Monte di Bologna, Ior, gruppo Villa Maria hanno sostenuto finanziariamente il progetto, mentre Ausl Romagna ha reso disponibili gli spazi.

SPAZI INTERNI ALL’OSPEDALE DAL PRIMO ANNO DI CORSO”

“Fin dall’inizio- spiega Falconi- abbiamo cercato di identificare uno spazio per gli studenti interno all’ospedale già dal primo anno di corso” e sono stati realizzati in primo luogo i laboratori didattici, che sono fondamentali per i primi due anni di studio. In seguito “ci siamo concentrati su una struttura”, inaugurata appunto sabato 11 maggio, per “accogliere gli studenti con aule sufficienti per tutti i sei anni di corso”. Più nel dettaglio due aule da oltre 100 posti e due da circa 50 posti, che insieme all’attuale aula magna Triossi completano l’offerta di spazi per le lezioni frontali. Inoltre tre aule studio, ampi uffici per i docenti, locali per servizi amministrativi e ristoro. Oltre ai laboratori didattici di circa 500 metri quadrati già a servizio da qualche anno. Un cantiere aperto e chiuso in tempi record, nove mesi, aggiunge la presidente, grazie alla “perfetta sinergia” con Azienda sanitaria e Ateneo.


“A REGIME OLTRE 700 STUDENTI, NUMERO ‘GESTIBILE’ E VANTAGGI PER LA CITTÀ”

La presenza di Medicina a Ravenna, ribadisce Falconi, “migliora la ricerca, perché se anche gli ospedalieri la fanno- ragiona- è tra le missioni dell’Università”. Inoltre “dove i giovani frequentano i tirocini, e dai medici ospedalieri sono stati accolti con grande entusiasmo- chiosa la presidente- c’è più stimolo ad aggiornarsi e alla formazione”. Proprio dal punto di vista formativo, il numero “gestibile” di iscritti permette di seguire gli studenti con particolare cura e con un rapporto costante. I benefici per la città e per la comunità si estendono poi al lato economico: a regime ci saranno oltre 700 studenti con frequenza obbligatoria che animeranno la vita sociale di Ravenna. Che a sua volta offre “un ospedale molto grande dove è possibile scegliere tutte le specializzazioni e una giusta dimensione”: è fruibile infatti a piedi e in bicicletta, prosegue la presidente della Flaminia, propone una vivace vita sociale ed è vicina al mare.


TEMPI PIÙ LUNGHI MA AVANTI TUTTA PER LO STUDENTATO ALL’ISOLA SAN GIOVANNI”

Eletta nel febbraio del 2021 Falconi terminerà il suo mandato da presidente nei primi mesi del 2025 e l’esperienza, traccia un primo bilancio, è stata “più che positiva”, grazie a quanto “seminato” dal suo predecessore Lanfranco Gualtieri, “una grande fortuna”. La Fondazione, conferma, sostiene le esigenze di tutti i corsi ravennati, “stimolando” gli enti preposti per soddisfarle. Certo, non nasconde, “i problemi ci sono ma la realtà dei fatti, e l’ultima inaugurazione lo conferma, è che se c’è l’impegno e la volontà di tutti di riesce a raggiungere gli obiettivi”. E lo si farà, conclude, anche per lo studentato all’Isola San Giovanni di fonte alla stazione. In questo caso “l’iter è più lungo” e si scontra con le burocrazie ministeriali, ma “ci stiano avvicinando alla fase operativa”, mentre prosegue l’impegno della Fondazione per tamponare l’emergenza posti-letto.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it