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Grande spettacolo dei Rockin’1000 per gli alluvionati della Romagna, tra emozione e solidarietà

L'appello ambientalista di Zaffagnini: "Bisogna ambiare punto di vista"

Pubblicato:30-07-2023 17:08
Ultimo aggiornamento:30-07-2023 17:08

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BOLOGNA – La Romagna chiama, Rockin’1000 risponde. E il risultato è uno stadio, il Manuzzi di Cesena, pieno di gente che canta e salta insieme all’orchestra rock (perchè non è solo una semplice band) più grossa e ad alto volume del pianeta. Un concerto di beneficenza per la Romagna, appunto, per le province di Forlì-Cesena e Ravenna in particolare, le più colpite dall’alluvione del maggio scorso. In tribuna anche il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.

Uno show di solidarietà, dunque (l’intero ricavato sarà devoluto), ma non solo. “Siamo qui per dire che la Romagna è ripartita, che non è rimasta impantanata nel fango”, dice il fondatore di Rockin’1000, Fabio Zaffagnini, in apertura di serata, dopo il momento di raccoglimento per le 14 vittime dell’alluvione. Durante il concerto c’è anche spazio per una dedica, sulle note di ‘My Hero’ dei Foo Fighters, agli angeli del fango della Romagna, i ‘burdel de paciug’, a cui la stessa comunità di Rockin’1000 ha contribuito riunendo i volontari attraverso la stessa piattaforma a cui si iscrivono gli aspiranti musicisti.

La canzone è introdotta dall’appello di Zaffagnini a “cambiare punto di vista” di fronte agli effetti del cambiamento climatico, perché “mi chiedo se sia giusto mettere sempre delle toppe”. Un invito ad assumere “un atteggiamento ambientalista” fin dalle piccole cose, anche se oggi “un ambientalista sembra sia un uccello del malaugurio. Ma come abbiamo fatto a ridurci così- si chiede Zaffagnini, al centro del palco- è perchè il racconto del cambiamento climatico è un disastro: rabbia, astio, persone che perdono tutto, attivisti che imbrattano le opere d’arte o bloccano le autostrade. Ma la rabbia è solo l’anticamera della rassegnazione”.


Da qui l’appello a modificare atteggiamento, insiste Zaffagnini, a compiere veri “atti di potere” nella vita di tutti i giorni per cambiare davvero le cose, dal “fare la spesa” al “votare” le persone giuste al governo. Zaffagnini cita l’esempio degli sportivi, che “si allenano per vincere, non per evitare di perdere”. E cita in particolare i Mille musicisti in campo, perchè “da soli qualche errore lo fanno, ma insieme caspita se suonano bene”.

E’ la metafora perfetta di “un sogno individuale che diventa collettivo”, da cui prendere ispirazione, abbandonando l’astio e il rancore, perché “di rabbia si muore- afferma Zaffagnini- è la speranza che ci fa vivere”.

Speranza, gioia ed energia sono le stesse che sprizzano i Mille ad ogni canzone, dalle più tirate (‘Enter sandman’ dei Metallica, ‘Smells like teen spirit’ dei Nirvana, ‘Killing in the name’ dei Rage against the machine) a quelle più d’atmosfera (da brividi l’intero stadio punteggiato di luci degli smartphone per ‘Yellow’ dei Coldplay). Ospite speciale della serata Diodato, che si esibisce in un medley dei Radiohead cantato con grande trasporto e che alla fine del concerto si scioglie in selfie, strette di mano e chiacchiere con i musicisti.

Menzione d’onore poi per i due direttori d’orchestra, Daniel Plentz e Rodrigo d’Erasmo, che in tre giorni di prove (sotto il sole a picco) sono riusciti a domare, guidare e far scatenare i Mille nei modi e nei momenti giusti. Proprio da Cesena la ‘creatura’ di Zaffagnini ha mosso i primi passi, otto anni fa, con il ‘miracolo’ del parco Ippodromo del 2015: suonare tutti insieme ‘Learn to Fly’ dei Foo Fighters per chiedere alla band di Dave Grohl di fare un concerto nella città romagnola. Un video che ha fatto il giro del mondo. Una ‘pazzia’ collettiva, che è perfettamente riuscita. E che anzi è andata oltre. Perchè certo, i Foo Fighters si esibirono da lì a pochi mesi a Cesena. Ma da quel momento Rockin’1000 ha poi preso il volo. Nel 2016 il primo concerto in uno stadio, proprio al Manuzzi, e poi in giro per il mondo: dalla Francia al Brasile, dalla Germania alla Spagna. Fino al ritorno a casa, ieri sera, per la Romagna ferita che ha saputo subito rimboccarsi le maniche.

https://vimeo.com/849909366

E quindi, in chiusura dello show, non poteva mancare ‘Romagna Mia’, suonata in versione rigorosamente punk-rock e cantata a squarciagola da tutto lo stadio. Poi il finale, naturalmente, con quello che ormai è diventato l’inno di Rockin’1000: ‘Learn to Fly’, la cui ultima nota risuona ancora nello stadio che già i Mille si lasciano andare ad abbracci, lacrime di commozione e giri di campo, osannati dagli spalti come rockstar.

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