ROMA – “Ad Haiti al momento non sono stati registrati casi di coronavirus tra i bambini. Ma qui la malnutrizione è al 10%, il dato più alto dell’America Latina, e i bambini di Haiti non godono della stessa copertura vaccinale dei loro coetanei in Europa, quindi temiamo che saranno più esposti al contagio. Il fatto che in Europa e in Cina il Covid-19 ha risparmiato i più piccoli potrebbe non avvenire in questo contesto di grande povertà”. A parlare con l’agenzia Dire è Fiammetta Cappellini, responsabile dei 15 progetti che Avsi porta avanti in cinque dei dieci dipartimenti di Haiti.
L’isola caraibica conta già 15 contagiati e, evidenzia Cappellini, “l’ipotesi di una epidemia desta enorme preoccupazione: il sistema sanitario è debole e il Paese poverissimo“. Come ricorda la responsabile Avsi, Haiti da oltre un anno è stretta nella morsa di una crisi politico-istituzionale che aggrava quella economica, iniziata dopo il devastante terremoto del 2010.
La corruzione diffusa e l’incapacità delle istituzioni di trovare soluzioni alla crisi hanno innescato forti proteste popolari, che consistono anche in blocchi alle strade e alla distribuzione di carburante. L’ultimo di questi, riporta Cappellini, “si è protratto per sette settimane, mandando in tilt gli ospedali, che non ricevevano più forniture medico-sanitarie o il gasolio per i generatori di corrente. Come si può pensare di gestire l’emergenza Covid in queste condizioni?”
Ma in questa crisi, Avsi vuole proporsi come sostegno per la popolazione. L’ong attua programmi che rispondono a varie necessità primarie, un intervento che gli vale il riconoscimento del governo come fornitore di servizi essenziali, sottolinea Cappellini: “Prima di tutto cerchiamo di rispondere alla carenza di cibo, distribuendo viveri o coupon alimentari a chi non riesce ad acquistarlo. Poi prendiamo in carico i bambini malnutriti, sosteniamo le autorità nelle campagne vaccinali in zone remote e infine prestiamo assistenza psico-sociale alle vittime delle violenze”.
Secondo Cappellini, si tratta di attività che nonostante l’epidemia non si possono sospendere. “Per questo – sottolinea la cooperante – stiamo adottando tutte le precauzioni possibili per rispettare le misure anti-contagio, e con la popolazione condividiamo le buone pratiche igienico-sanitarie, sviluppate durante l’epidemia di colera che ha colpito Haiti tra il 2010 e 2012″.
Per far fronte all’emergenza sanitaria che si profila all’orizzonte “Avsi intende usare tutte le risorse disponibili per essere efficace da subito” sottolinea Cappellini. Che conclude con un appello: “Stiamo sensibilizzando i donatori affinché ci sostengano; serviranno tante risorse”.
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