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A Roma oltre 90mila neet under 35. E oltre 3 su 10 vivono con i genitori

Tutti i dati del Rapporto sul Benessere giovanile (Beg) dei romani under 35, ideato da Roma Capitale e realizzato da Demoskopika

Pubblicato:29-11-2019 10:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:41

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ROMA – Autonomi e felici, credono in se stessi oltre che nella famiglia e nell’amicizia, sono alla ricerca di un’occupazione coerente con il percorso di studi. Nel tempo libero, amano guardare con assiduità le serie tv sulle piattaforme, leggere i quotidiani online e praticare sport. E ancora, manifestano un orientamento socialmente aperto all’integrazione culturale e condannano l’odio in rete. Le preoccupazioni principali o gli orientamenti maggiormente negativi? Non riuscire a lavorare. È quanto emerge dal rapporto sul Benessere giovanile (Beg) dei romani under 35, ideato da Roma Capitale e realizzato da Demoskopika.

Lo studio rileva la presenza di circa 90mila neet a Roma nella fascia tra i 18 e i 35 anni. I giovani, inoltre, tendono a fidarsi poco di istituzioni politiche, sindacati e banche, considerano l’impegno politico e la religione poco importanti per la loro vita. Le percentuali più elevate di giovani neet si rilevano principalmente tra le donne (24,5%) in cui storicamente troviamo anche la quota maggiore di senza lavoro, tra i giovani che vivono ancora con la propria famiglia di origine (23,4%), e soprattutto tra quanti hanno un titolo di studio medio-basso (giovani con titolo di studio di scuola media inferiore, il 25,6% e con diploma di scuola media superiore, il 20,7%).

L’indice Beg è composto da 7 aree tematiche: autonomia abitativa; istruzione e formazione; lavoro; benessere soggettivo ed economico; benessere psicologico, salute e sport; benessere sociale e partecipazione; fiducia nelle istituzioni. Il Municipio a registrare il valore Beg più alto è il I, con il punteggio di 103,1. A seguire il Municipio XII (103,0 punti), il Municipio IX Eur (102,8 punti).


A Roma, come nel resto d’Italia, i giovani diventano autonomi sempre più tardi, non solo a causa di percorsi scolastici sempre più lunghi (la metà dichiara che sta ancora ultimando gli studi) ma anche di difficoltà economiche e di ricerca dell’abitazione stessa. Pertanto ben il 34,4% degli under 35 continua a vivere con i genitori.

Dall’analisi degli orientamenti espressi dagli intervistati, inoltre, emergono alcune categorie giovanili degne di essere menzionate: il tradizionalista, l’autonomista e l’indeciso. Nel primo profilo rientrano coloro i quali, al netto di chi sta ancora studiando, preferiscono vivere con i propri genitori senza alcuna esigenza di andare a vivere ‘fuori casa’. Appartiene a questa categoria il 24,2% dei soggetti intervistati. Comportamento diametralmente opposto a quest’ultimo vale per il 19,6% dei giovani romani, raggruppato nella categoria dell’autonomista. Questo profilo, pur manifestando una convinta volontà di abitare autonomamente, non ne ha l’opportunità perché non riesce a trovare un lavoro stabile (14,5%) e perché non è in grado di sostenere le spese di un affitto o dell’acquisto di una casa (5,1%). Il 6,5% dei giovani romani, infine, può essere ascritto alla categoria degli indecisi: infatti, nonostante abbia valutato la possibilità di andarsene da casa, tende in maniera continuativa a procrastinare alcune fondamentali scelte di vita personali, a compiere, in altri termini, quei passaggi cruciali per tracciare la transizione verso l’età adulta.

4 SU 10 PRONTI A ESPATRIARE

Oltre 4 giovani su 10 sono pronti ad andare all’estero per un lavoro “più adeguato”.

Secondo lo studio sono in tanti a dichiarare un’occupazione (59,8%) anche se non del tutto in coerenza con gli studi: 6 su 10, in particolare, ritengono non esista una forte connessione del proprio lavoro con il percorso formativo realizzato. Sul versante opposto, tuttavia, esiste una quota significativa di giovani romani che soffre per la mancanza di lavoro. E per migliorare la situazione occupazionale reagiscono in molteplici modi: c’è chi è pronto a lasciare il proprio luogo di origine per recarsi all’estero (41,7%), c’è chi non si rassegna e si affida all’invio del curriculum vitae (62,4%); altri, invece, usano canali più informali confidando nella presentazione o segnalazione da parte di parenti, amici o conoscenti (20%).  

FIDUCIA NEI MAGISTRATI E NELLE FORZE DELL’ORDINE

Quanto hanno fiducia i giovani nelle istituzioni? Al top si trovano magistratura e forze dell’ordine, bocciati sindacati e banche. Alla grande fiducia accordata alla magistratura (92,2%), alle forze dell’ordine (88,2%), alla scuola e alle università (82%), alle associazioni di volontariato (81,5%), sicuramente maggiormente visibili o presenti nella quotidianità degli intervistati, corrisponde il senso di lontananza avvertito principalmente nei confronti delle organizzazioni sindacali (21,8%) e delle banche (14,9%).

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