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La direttrice della farmacia: “Abbiamo pagato le mascherine anche 1,50 euro”

A raccontarlo all'agenzia Dire e' Alessia Ramunno, direttrice della storica farmacia 'Luisa Marchetti' nel quartiere di Prati a Roma

Pubblicato:29-04-2020 14:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:14

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https://youtu.be/lOUnZckwptM

ROMA – “Noi siamo arrivati a pagare le mascherine 1,50 euro l’una“. A raccontarlo all’agenzia Dire e’ Alessia Ramunno, direttrice della storica farmacia ‘Luisa Marchetti’ nel quartiere di Prati a Roma. Adesso il Governo ha imposto un prezzo di vendita ai cittadini di 0,50 centesimi. Non senza polemiche. 

“L’argomento delle mascherine ci tocca particolarmente- spiega- Nella fase iniziale della pandemia non riuscivamo a reperire facilmente questi dispositivi e i prezzi anche al pubblico sono stati da subito alti. Questo perche’ la farmacia stessa li pagava non come tre mesi prima del Covid-19. In ogni caso in tutto questo periodo noi abbiamo conservato i documenti di acquisto. Nel corso dei mesi siamo arrivati appunto a pagarle anche 1,50 euro l’una. Quello che mi dispiace e’ che i farmacisti sono passati come la categoria che speculava sulla salute pubblica quando invece la mia categoria si preoccupa della salute del cittadino”.


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“L’adeguamento del prezzo a 0,50 centesimi stabilito qualche giorno fa- continua la direttrice della farmacia- parte da una richiesta fatta da Federfarma al Governo. La categoria, stanca di questi prezzi cosi’ elevati delle mascherine, ha chiesto ai decisori un intervento. Noi ci siamo adeguati subito al nuovo provvedimento, ma per fortuna non abbiamo grandi scorte passate. Federfarma e il commissario Domenico Arcuri, comunque, hanno concordato che nel momento in cui ci sara’ un invenduto e verra’ mostrata la fattura di acquisto delle mascherine, si fara’ una differenza tra quello che e’ stato pagato e il prezzo nuovo livellato, e in qualche modo il differenziale verra’ rimborsato alla farmacia”. 

Passando a temi piu’ generali, da mesi ormai la categoria dei farmacisti, sul territorio, combatte anche lei la ‘battaglia’ contro il Coronavirus. “Sin dai primi giorni dell’emergenza Covid-19- racconta Ramunno- ci siamo attivati con dei sistemi di protezione sia per l’utenza che per noi operatori della farmacia. Inizialmente abbiamo prestabilito dei percorsi precisi e tracciati sia in ingresso che in uscita segnalati sulla pavimentazione con delle frecce e delle postazioni che garantissero la distanza di almeno un metro tra ogni paziente nel tragitto per raggiungere il banco. Abbiamo posto delle barriere di plexiglass per separare anche chi si avvicina. Un ulteriore metodo di tutela e’ stato ed e’ quello di disinfettare i banconi alla cassa con spray a base di soluzioni idroalcoliche che garantissero condizioni igieniche ottimali. Un’altra pratica che abbiamo attivato e’ la sanificazione con ozono: una ditta specializzata in un’ora, attraverso dei dispositivi specifici, e’ in grado di igienizzare l’ambiente e gli scaffali dove sono esposti i prodotti di vendita”. 

Le farmacie dei Centri storici di tutta Italia, intanto, lamentano una forte crisi. “Immagino la sofferenza che stanno vivendo in questo momento le farmacie dei centri storici visto il calo di afflusso dei lavoratori degli uffici e dei turisti. La nostra utenza- dice la direttrice della farmacia ‘Luisa Marchetti’, in Prati- e’ legata invece soprattutto ai residenti del nostro quartiere. Fondamentalmente da noi i volti sono sempre gli stessi. L’approccio lavorativo pero’ e’ cambiato, soprattutto perche’ i medici di medicina generale, in questo periodo di pandemia, hanno avuto autorizzazione a inviare i codici delle ricette dematerializzate direttamente al paziente e vengono poi in farmacia con codici su whatsapp, pdf delle ricette o ce li dettano. Noi dobbiamo in tutti questi casi provvedere alla stampa di questa ricetta e quindi i tempi di lavoro inevitabilmente si allungano. Per evitare comunque assembramenti, una persona si prende l’onere di portare in farmacia piu’ codici appartenenti allo stesso nucleo familiare, ma e’ capitato anche che venisse un ‘rappresentante’ per un intero palazzo. Abbiamo poi attivato servizi mail e whatsapp per evitare che piu’ volte alle persone di uscire di casa consegnando noi a domicilio. Iniziative bene accolte dalla popolazione”. 

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