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Sit-in sotto il ministero dell’Istruzione: “Gli studenti non si manganellano, si ascoltano”

Oggi il presidio organizzato da Flc Cgil con altre 14 associazioni di lavoratori e studenti: "Basta repressione, non ci silenzierete"

Pubblicato:29-02-2024 13:01
Ultimo aggiornamento:29-02-2024 13:01

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ROMA – “I manganelli sono un fallimento. Libertà di espressione e di manifestazione”. Dietro lo striscione con lo slogan scelto dalla Flc Cgil per manifestare sui fatti di Pisa, si raccolgono giovani, attivisti, docenti, ambientalisti. In totale, poco meno di cento persone, in rappresentanza di 15 associazioni. Dal sindacato dei lavoratori della conoscenza dall’Unione degli Universitari, dalla Rete degli studenti Medi a Legambiente, e poi Arci, Libera, ActionAid e Unione degli studenti.

FRACASSI (FLC CGIL): BASTA REPRESSIONE, ASCOLTARE GIOVANI

Questo tema non deve cadere. È un punto importante che necessita di attenzione. Non va sminuito- dice Gianna Fracassi, Segretaria nazionale della Flc Cgil- Anche noi, presidente Meloni, difendiamo lo stato di diritto democratico che prevede la democrazia diffusa. Contrastare forme di violenza e ascoltare i giovani non può essere solo uno slogan da usare per fini elettorali. Basta repressione“. I giovani tengono in mano volantini con scritto ‘Gli studenti non si manganellano, si ascoltano’.

Simone Cigliano prende la parola a nome di Link Coordinamento universitario e Rete della Conoscenza. “Fin dall’insediamento del Governo Meloni questo Paese ha visto un costante e crescente utilizzo dello strumento della repressione per gestire il dissenso e l’opposizione sociale. Fin dai primi mesi di questo governo, fin dalle manganellate alla Sapienza nello stesso giorno in cui il governo si insediava lo scorso ottobre, si sono susseguiti una lunga serie di casi di utilizzo indiscriminato della violenza poliziesca. Con il decreto anti-rave prima, con il ddl Caivano, con il decreto ecovandali, questo governo ha portato fin da subito avanti un attacco feroce nei confronti di tutto ciò che gli si opponesse o gli fosse politicamente lontano: non si è fatto scrupoli di usare le forze dell’ordine per questo scopo. Vogliamo la fine di questo uso violento e autoritario della forza pubblica e vogliamo la garanzia che scuole, università e luoghi di cultura siano liberi da ogni forma di censura. Dai luoghi del sapere a quelli del lavoro, contro repressione e violenza, alziamo un grido: non ci silenzierete mai”.


PIREDDA (UDU): SITUAZIONE PEGGIORATA CON QUESTIONE PALESTINESE

Anche Camilla Piredda di Udu fa notare che “Pisa non è stata l’unico caso. C’è una deriva che prevede un uso sistemico della repressione per chiunque provi a dissentire, in particolare da quando è esplosa la questione palestinese“. La Rete studenti Medi, con Paolo Notarnicola, sottolinea che il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara “non si è espresso né ha condannato quanto è avvenuto a Pisa. Gli studenti si ascoltano, non si manganellano. Vogliamo chiedere di essere ascoltati, di avere il nostro posto nel dibattito pubblico del Paese”.

LOLLI (LEGAMBIENTE): CON AGRICOLTORI DEI TRATTORI TRATTAMENTO DIVERSO

Sulle scalinate del Palazzo dell’Istruzione, insieme a docenti, sindacati e studenti, anche gli attivisti di Legambiente. Mattia Lolli, responsabile del volontariato di Lagambiente spiega alla Dire che anche gli eco attivisti stanno subendo le stesse forme di repressione. “Ma quando a manifestare sono gli agricoltori dei trattori, quelle stesse modalità vanno bene. C’è una chiara volontà di reprimere chi manifesta. Per noi, anche da un punto di vista ecologista, è importante difendere questi spazi di espressione del dissenso”.

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