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MILANO – No al lockdown. Il sindaco milanese Giuseppe Sala la pensa come il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana: “Per quello che osservo oggi ritengo che questa sarebbe una scelta sbagliata, e lo dico assumendomi le mie responsabilità e sapendo che qui ci sono due partiti: c’è chi dice ‘chiudi tutto’ e c’è chi dice ‘non si può'”, afferma Sala nel corso di un videomessaggio ai cittadini, pratica che come sottolinea lo stesso sindaco farà parte, seppur non quotidianamente, della prassi con cui intende comunicare.
“Stamattina ci siamo sentiti con il sindaco di Napoli Luigi De Magistris perchè ieri il consulente del ministero della Salute, il professor Ricciardi, ha evocato un lockdown per Napoli e Milano. Abbiamo scritto al ministro per sapere se quella è un’opinione di un consulente o se quella è un’opinione del ministero– prosegue-, e nel caso sia un’opinione del ministero per sapere se è basata su dati e informazioni che il ministero ha e noi non abbiamo“. Opporsi al lockdown e prendersi le proprie responsabilità da sindaco, perché “io ragiono con la testa e col cuore”, ribadisce Sala. D’altra parte, “oggi abbiamo meno di 300 terapie intensive, ne abbiamo avute 1.700… Ok sono in crescita, ma stiamo già facendo i sacrifici e vediamo cosa succederà”.
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Per il resto, il sindaco milanese punta i riflettori sul tema dei fragili, ossia degli anziani, che per Sala occorre tenere in casa: “È brutale, ma il 90% dei decessi è sugli over 70″, evidenzia, menzionando anche il problema di creare spazi di ricovero per gli asintomatici e per le quarantene, su cui “stiamo lavorando con Ats e con la Regione”, perché “c’è tempo per la polemica e c’e’ tempo per la collaborazione”.
“Questa mattina mi sono sentito con il sindaco di Milano Beppe Sala e abbiamo deciso di scrivere al ministro Roberto Speranza per avere delucidazioni sul paventato lockdown delle nostre due citta’, espresso dal suo consulente Walter Ricciardi”. Cosi’, in un video postato su Facebook, il primo cittadino di Napoli, Luigi de Magistris. Dal sindaco partenopeo la preoccupazione, condivisa con Sala, di sapere se nelle mani del ministero ci siano “elementi, dati e circostanze che, in questo momento, non sono a disposizione delle città di Napoli e Milano”. De Magistris riconosce che il “momento è difficile” e sottolinea che le “decisioni difficili vanno prese insieme tra le istituzioni”. “Ci vuole – ribadisce – grande collaborazione tra governo, Regioni e Comuni per decisioni migliori a tutela della salute dei cittadini ma anche per salvaguardare la situazione, che diventa sempre più esplosiva, da un punto di vista sociale, economica e del lavoro”. “Credo”, ha poi concluso de Magistris, “che questo messaggio di unità, anche tra le città di Napoli e Milano, è un bel segnale per il nostro Paese”.
“Io credo che, se non c’é un immediato rallentamento della curva esponenziale, il lockdown sia questione di giorni, non so quanti. Dipende da quello che ci dicono le strutture tecniche, il sindaco non è un virologo, almeno non io e nemmeno Sala“, ha aggiunto l’ex Pm, ricordando che “ci sono delle strutture che si chiamano Istituto superiore di sanità, Comitato tecnico scientifico, Protezione civile nazionale e Protezioni civili regionali, Unità di crisi regionali, che dovrebbero puntualmente informarci invece che annunciare misure a mezzo stampa. Io direi: meno parole esplosive e più collaborazione istituzionale. La cosa che mi lascia un po’ perplesso è che stiamo vedendo un po’ le immagini di 7 o 8 mesi fa“.
Per il sindaco la situazione dei contagi registrati negli ultimi giorni a Napoli “desta molta molta preoccupazione. Ci vorrebbe un tavolo subito tra governo, Regione Campania e la citta’ di Napoli, ma credo che lo stesso valga per Lombardia e Milano”. De Magistris esclude l’ipotesi che il Comune possa pensare di disporre un lockdown “perchè – dice – per Napoli e Milano è impensabile. La mia idea è deciderlo insieme, se si vuole fare. Questa decisione non può prenderla un sindaco da solo”.
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