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Tg Esteri, edizione del 28 settembre 2023

In questa edizione si parla di pena di morte negli Usa; proposta di legge in Kenya contro gli omosessuali; difesa dell'Amazzonia; tratta degli esseri umani

Pubblicato:28-09-2023 11:56
Ultimo aggiornamento:28-09-2023 11:56
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PENA MORTE. USA, APPELLO CONTRO ESECUZIONE CON ASFISSIA DA AZOTO


Mobilitazione internazionale per il caso di Kenneth Smith, un cittadino americano condannato a morte per omicidio che rischia di essere ucciso in Alabama tramite asfissia da azoto. Della vicenda si stanno occupando ora associazioni sia americane sia straniere. In Italia, a pochi giorni dalla Giornata mondiale contro la pena di morte in programma il 10 ottobre, si è mobilitata la Comunità di Sant’Egidio. “Siamo di fronte ad una decisione di inimmaginabile disumanità” ha denunciato l’organizzazione: “Una sostanza vietata anche per uccidere gli animali sarebbe usata su un essere umano, aggiungendo alla pena capitale delle enormi sofferenze”.

PIÙ DIRITTI NEGLI SLUM DI NAIROBI CON ISHTAR, LA DEA DELL’AMORE


Timori in Kenya per una proposta di legge che criminalizzerebbe l’omosessualità. Il progetto è stato presentato da un deputato di opposizione e potrebbe arrivare presto in parlamento. Ad alimentare incertezza è la linea della maggioranza, che ha lasciato libertà di coscienza ai suoi deputati. Ne parla Kelly Kigera Njokah, animatore di Ishtar, un centro di riferimento per le persone Lgbtq a Nairobi che offre test, consulenze e farmaci per contrastare la diffusione dell’hiv: “Se la legge passasse tutti i fondi necessari sarebbero bloccati e a pagarne le conseguenze sarebbero tutti i cittadini, non solo le persone Lgbtq”. A esprimere preoccupazione è anche Toyo Wayua, transgender, pure attivista nel centro Ishtar: “La salute è un bisogno assoluto. E se una legge la nega, magari perché qualcuno è differente, bisogna capire che questa persona non potrà più avere accesso all’assistenza”.

BRASILE. FARIAS (AMAZONIA REAL): RESTIAMO VIGILI ANCHE CON LULA


La giustizia brasiliana ha abrogato il Marco Temporal, norma già in vigore durante la presidenza di Jair Bolsonaro che secondo le comunità indigene delle foreste dell’Amazzonia delimitava in modo errato le terre ancestrali. Il polmone verde non smette di attirare interessi degli industriali. Da dieci anni la giornalista Elaize Farias lavora per proteggerla: “Amazonia Real è un giornale online indipendente che racconta l’Amazzonia ribaltando le modalità della stampa tradizionale: diamo voce ai nativi che abitano la foresta, mettendo al centro donne, migranti e sfide ambientali. Non è facile, spesso pestiamo i piedi alle grandi aziende minerarie o dell’agribusiness. Bolsonaro ha rappresentato un’epoca buia, il presidente Lula da Silva ci dà speranza ma non abbassiamo la guardia: neanche lui è immune alle pressioni delle multinazionali. E i danni all’Amazzonia non riguardano solo noi, ma tutto il mondo”.


SENEGAL. 650 A NUOTO A GOREE PER DENUNCIARE TRATTA ESSERI UMANI


Seicentocinquanta nuotatori hanno reso omaggio alle vittime della schiavitù coprendo con le loro bracciate i cinque chilometri che separano la capitale senegalese Dakar dall’isola di Goree, che tra il XV e il XIX secolo fu base della tratta delle persone attraverso l’Atlantico. La traversata si è tenuta domenica con lo slogan “Nuotare ci unisce”. A raggiungere per primi il traguardo sono stati Ousseynou Diop, per gli uomini, e Aïssatou Ndiaye, per le donne. Sin dalla sua prima edizione nel 1985, la manifestazione si propone di ricordare le donne e gli uomini che si tuffarono in mare ribellandosi contro la riduzione in schiavitù.

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