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Bagarre alla Camera per il Def, che alla fine viene approvato. Ok anche dal Senato

Scontri dopo che ieri la Camera ha bocciato la relazione sullo scostamento di bilancio. A pesare 45 defezioni tra i banchi della maggioranza

Pubblicato:28-04-2023 16:19
Ultimo aggiornamento:28-04-2023 20:37

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ROMA – Questa mattina la relazione sullo scostamento di bilancio è stata approvata con 221 voti a favore e 116 contrari. Ma prima non sono mancate tensioni in Aula. Ieri infatti la Camera aveva bocciato il documento perché non si era raggiunta la maggioranza (per 6 voti) che consentiva lo scostamento di bilancio. Molto gli assenti tra le fila della maggioranza, e proprio sull’assenteismo degli avversari hanno fatto leva le proteste dell’opposizioni, con il Pd che ha abbandonato più volte l’Aula. La relazione è passata quindi al Senato dove è stata approvata con 112 voti favorevoli, 56 contrari e nessun astenuto.

BONELLI ATTACCA SU ASSENTEISMO E VENERE DI BOTTICELLI, POI IL MALORE

Ieri i parlamentari della destra hanno deciso di rimanere sul divano o di perdersi nei vani di Montecitorio non venendo a lavorare”, l’attacco del leader dei Verdi Angelo Bonelli questa mattina in Aula a Montecitorio. Il leader dei Verdi a preso di mira anche la campagna del ministero del Turismo con la Venere di Botticelli, prima di avere un malore che ha portato a sospensione momentanea della seduta.

LA LEGA CONTRO IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI: FURIA ICONOCLASTA

Il capogruppo della Lega Riccardo Molinari in Aula difende i suoi deputati, accusati di aver preferito il Ponte del Primo maggio alla presenza in aula (ieri mancavano in 11 della Lega, oltre a 4 deputati in missione) e smentisce che ci sia una “crisi politica in atto” nella maggioranza. Il mancato voto sul Def non ha lanciato “nessun messaggio al ministro Giorgetti, al quale la Lega non può che dire grazie”.
Quel che è successo ieri, dice Molinari, è la “conseguenza della furia iconoclasta che ha portato al taglio lineare dei parlamentari senza preoccuparsi del fatto che i ruoli apicali della Camera dei deputati, a differenza che al Senato, sono rimasti gli stessi: lo stesso numero di presidenti di commissione, di sottosegretari, di ministri. Tanto per essere chiari, quando uno è all’estero in missione come presidente di commissione o quando uno sottosegretario è al suo lavoro in ufficio, non sta facendo il ponte del Primo Maggio. Sta lavorando per la comunità. Solo chi vede il parlamento come un’alternativa alla disoccupazione e a un lavoro impiegatizio puo’ pensare che chi non è qui a schiacciare un tasto sia in vacanza. Sarebbe il caso di piantarla li’ con questo antiparlametarismo che tanti danni ha creato al paese. Perché delegittimare il Parlamento serve a dare potere ad altri poteri”, dice Molinari.
La sua posizione cambia di fatto la posizione della Lega sul taglio ai parlamentari. Il Carroccio ha votato a favore: “Abbiamo votato per quattro volte in Aula per il taglio dei parlamentari e non cambiamo idea adesso. Era e rimane un’iniziativa finalizzata a rendere più snello ed efficace il lavoro delle Camere“, era la posizione di Salvini, anche se altri, come Giancarlo Giorgetti erano contrari alla riforma.


FOTI: IL PONTE? L’OPPOSIZIONE PENSI ALLE SUE ASSENZE

“Consiglierei alle opposizioni di guardare le sue assenze, non esiste un ponte per la maggioranza e uno per l’opposizione. Esiste un comune senso di responsabilità”, dice il capogruppo di Fdi Tommaso Foti in aula alla Camera sul Def. Foti poi tira in ballo la matematica per giustificare le assenze di ieri sul Def.
Il capogruppo di Fdi nel chiedere scusa per l’assenza di ieri che ha impedito l’approvazione del def, sottolinea in aula la necessità di rivedere il regolamento della Camera per adeguare i quorum delle votazioni. “Ha ragione il collega Molinari, non possiamo dimenticare che alcuni quorum funzionali per rendere efficaci le votazioni che sono stati stabiliti quando questa Camera era di 630 componenti, sono rimasti immutati quando la Camera è stata ridotta a 400 componenti. E questo è un problema riferito agli incarichi di governo”, dice il capogruppo di Fdi.

SCONTRO FOTI-SERACCHIANI, I DEPUTATI PD ABBANDONANO L’AULA

L’intervento di Foti suscita le vibranti proteste delle opposizioni. Foti richiama le assenze, e i ponti, delle opposizioni e fa un riferimento alle dimissioni – da capogruppo Pd – di Debora Serracciani dopo il ricambio alla segreteria del Nazareno. “Chiedeva le dimissioni di tutti. Peccato che si sia dimessa lei”, dice Foti, richiamando implicitamente la richiesta di dimissioni di Serracchiani nei confronti di Andrea Delmastro. I deputati del Pd abbandonano quindi l’Aula, accompagnati dalle grida di Fdi: “Fuori, Fuori!”.
Il deputato dem Nico Stumpo ha tentato di passare alle vie brevi, fermato dagli assistenti poco prima di raggiungere i banchi di Fratelli d’Italia.

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