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Fagioli: “La Juve non mi bastava, cercavo la dopamina scommettendo on-line. Ero malato”

Il giovane calciatore: "Adesso sto molto meglio. Un anno fa è stato il momento più difficile della mia vita"

Pubblicato:28-02-2024 10:31
Ultimo aggiornamento:28-02-2024 10:57

Fagioli scommesse
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ROMA – “Mi sono iscritto a piattaforme illegali perché non potevo farlo col mio nome. Il motivo vero non lo so, poi ho continuato perché mi trovavo bene. La solitudine, o forse la lontananza da casa”. Da quando è stato squalificato (per 7 mesi) Nicolò Fagioli è un testimonial viandante della lotta alle ludopatie. Il giovanissimo centrocampista della Juventus sta scontando la sua pena anche raccontando ai giovani la sua discesa più o meno inconsapevole nel tunnel del gioco e delle scommesse on-line. Ne ha parlato ad esempio al Teatro Agnelli di Torino. Dove c’era Repubblica.

“Prima di perdere il controllo mi piaceva proprio giocare, cercavo la dopamina senza saperlo. Poi mi sono reso conto che era una malattia, ci ho messo troppo tempo a chiedere aiuto. Per fortuna a maggio ho avuto l’idea di farlo”.

“Il rapporto con gli amici e la famiglia era cambiato, volevo sempre stare da solo, mi sembrava che quello con loro fosse tempo perso. Ed è questa la cosa più cambiata nella mia vita. Ho capito di essere sulla buona strada quando ho ricominciato ad apprezzare il tempo trascorso con la famiglia e i miei amici”.


VINCE SEMPRE IL BANCO

“Giocare on-line, che sia illegale o no, è difficile vincere. Le perdite sono istantanee, le vincite hanno bisogno di tempo per essere incassate: quindi ricarichi subito. Forse è questo il meccanismo per cui il banco vince sempre”.

“Non dormivo la notte, il gioco mi prendeva tanto tempo nel ricevere chiamate, messaggi. Ho chiesto aiuto perché avevo toccato il fondo. Sembra una banalità, ma anche io a 16 anni pensavo di potermi controllare e non credevo a chi mi parlava di malattia”. 

“All’inizio ho provato rabbia e vergogna quando tutto era finito sui giornali, poi ho vissuto un momento di pace. Allo stadio non ho ricevuto insulti che temevo, penso ad esempio a San Siro. Neanche per strada. Continuo a fare quello che volevo serenamente. Adesso sto molto meglio. Un anno fa è stato il momento più difficile della mia vita, poi con l’aiuto di Paolo sto migliorando. Oggi sto giocando di più a tennis, che mi aiuta tanto, ma me la cavo con tutti gli sport con la racchetta. Prima ero sempre nervoso, l’unico mio sfogo era la partita perché mi allenavo male e questo faceva di me un calciatore che non dava il 100% in campo. Al telefono trascorrevo tra le 10 e le 12 ore al giorno. Adesso non gioco più e il telefono lo uso per 3-4 ore”.

Fagioli torna sulla squalifica? Stare lontano dai campi è una punizione che mi han dato ma che mi ha reso tutto anche più difficile. Sono stato obbligato ad accettarlo altrimenti non sarei più tornato”.

“Compagni e società mi hanno aiutato molto standomi vicino. Mi manca lo spogliatoio prima delle partite, ma per il resto è come se non fosse successo nulla. Dopo che è uscito il casino ero più concentrato a non far uscire altre cose di me sui giornali che non sul resto, poi superate le prime due settimane son tornato a pensare alla squadra ed è stata dura non poter partecipare a partite e trasferte”.

“Ho tantissima voglia di tornare in campo, non vedo l’ora. Il 19 maggio finirà la squalifica, il 25 potrei giocare l’ultima di campionato. Gli Europei sono un sogno”. 

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