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VIDEO | Celi (San Carlo Nancy): “Contro l’osteoporosi favorire la salute dell’osso in giovane età”

In Italia il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni è affetto da osteoporosi

Pubblicato:27-11-2019 13:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:40

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ROMA – Circa il 40% della popolazione, soprattutto over 65, nella vita incorre in una frattura di femore, vertebra o polso. In Italia, il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni è affetto da osteoporosi e questi numeri sono in continua crescita, soprattutto in relazione all’allungameno della vita. Solo nel nostro Paese questa patologia arriva a colpire circa 5.000.000 persone, di cui l’80% sono donne in post menopausa. Per capire meglio di cosa si parla, come diagnosticare l’osteoporosi, le terapie da adottare ma anche i corretti stili di vita da seguire, l’agenzia di stampa Dire ha intervistato Massimiliano Celi, direttore dell’Uoc di Medicina generale dell’ospedale San Carlo Nancy di Roma.

– Cos’è l’osteoporosi?


“L’osteoporosi è una osteopatia metabolica caratterizzata da una trasformazione sia quantitativa che qualitativa dell’osso. E’ caratterizza da una riduzione della massa ossea e dalla trasformazione della micro architettura dell’osso. Ne conseguono fratture da fragilità che si generano anche per cause molto lievi o addirittura in assenza di trauma, penso ad esempio alle fratture dell’anziano”.

– Come si diagnostica?

“Come per le altre patologie anche per la diagnosi dell’osteoporosi ci si avvale di un attento esame obiettivo, di una anamnesi e di esami di laboratorio che indicano allo specialista lo ‘status’ metabolico dell’osso. E poi ci si avvale di una diagnostica strumentale come la Moc o la densitometria. Quest’ultima generalmente viene effettuata in due siti specifici standard che sono la colonna e il femore. Al San Carlo di Nancy abbiamo la possibilità di usufruire di un servizio ambulatoriale dedicato a questa patologia con adeguato supporto sia del laboratorio che dell’unità di radiologia. La nostra struttura dispone di un densitometro, di tac e della risonanza magnetica da usare nei casi più complessi”.

– Quali sono i fattori di rischio che contribuiscono all’insorgenza della patologia?

“Sono diversi i fattori di rischio e ognuno ha un suo correttivo ben specifico. Infatti un adeguato stile di vita e un corretto apporto di calcio e vitamina D unito ad una attività motoria continuativa è la strategia vincente per combattere l’osteoporosi. Tra le sostanze da evitare c’è l’alcol e il fumo, entrambi tossici per la salute dell’osso. Mentre tra le patologie che espongono al rischio di osteoporosi si annoverano. l’ipertiroidismo protratto, l’ipertoroidismo primitivo ma anche l’uso prolungato di alcuni farmaci come il cortisone. Poi c’è da considerare il fattore dell’immobilizzazione ed in ultimo, non per importanza, la menopausa per la donna”.

– Ci vuole spiegare il perché le donne ne soffrono soprattutto dopo la menopausa?

“La menopausa è un evento per la donna estremamente importante e segna il passaggio da una fase fertile a una non più fertile. Tra le modifiche che la caduta del tasso estrogenico provoca c’è quella di far venire meno, una volta che la donna non è più mestruata, un adeguato tasso estrogenico che provoca di conseguenza una riduzione di massa ossea”.

– Quali terapie possono essere utilizzate?

“Le terapie di cui oggi disponiamo sono diverse. Direi che si può godere di un vero e proprio ‘armamentario’ terapeutico per combattere e curare l’osteoporosi. Tra i farmaci più importanti ci sono sicuramente gli anti riassorbitivi: gli aminobisfonati, i serms e addirittura disponiamo anticorpi monoclonali, in particolare, il demosumab. Tutti queste formulazioni esercitano una potente azione anti riassorbitiva. Accanto a questo tipo di molecole ve ne sono altre ovvero altre che facilitano la formazione dell’osso penso ai neo osteo-appositivi come il teriparatide. Inoltre, studi già avanzati stano mettendo in luce una serie di altri nuovi farmaci che a breve verranno messi in commercio”.

– Favorire la salute dell’osso durante tutte le fasi della vita può prevenire l’insorgenza di fragilità ossea e dunque fratture? E in caso si verificassero che ruolo svolge la riabilitazione fisica?

“Direi innanzitutto che l’aspirazione di ognuno di noi dovrebbe essere quella di contribuire a raggiungere il massimo picco di massa ossea durante le fase di tutta la vita perché più massa abbiamo, più tempo ci vuole a perderla nella fase dell’invecchiamento. La riabilitazione gioca un ruolo fondamentale soprattutto nel caso di fratture e nel periodo post chirurgico. Basti pensare alla frattura di femore ad esempio, dopo l’impianto protesico è chiaro che se non si effettua una adeguata riabilitazione non si può tornare a compiere le normali attività quotidiane”.

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