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Scontri alla Sapienza, collettivi occupano Scienze politiche

La protesta dopo l'assemblea che si è svolta nel pomeriggio. Gli studenti chiedono le dimissioni della rettrice Polimeni e la garanzia che le forze dell'ordine non entrino più nell'ateneo dopo le tensioni di martedì

Pubblicato:27-10-2022 20:00
Ultimo aggiornamento:27-10-2022 21:52

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ROMA – Occupata la facoltà di scienze politiche alla Sapienza di Roma. Lo fanno sapere gli studenti dei collettivi al termine dell’assemblea che si è svolta nel pomeriggio dopo gli scontri con la polizia di due giorni fa in occasione del convegno organizzato da Azione Universitaria ‘Il Capitalismo – Il profilo nascosto del sistema’, con la presenza di Daniele Capezzone, ex portavoce di Forza Italia, e Fabio Roscani, presidente di Gioventù Nazionale dal 2017 e deputato di Fratelli d’Italia.

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La violenza sugli studenti non può essere perdonata ed è frutto di un sistema marcio in crisi, che vuole zittire il dissenso soprattutto di una generazione senza più prospettive: Polimeni vattene, costruiremo noi un’altra università”, dicono gli universitari di ‘Cambiare rotta’.


“MAI PIÙ POLIZIA NELL’ATENEO”

“Le violente cariche sugli studenti che manifestavano contro la presenza dei fascisti e dei reazionari a Scienze Politiche – hanno proseguito gli studenti di ‘Cambiare rotta’ – ha spinto gli studenti universitari, riuniti in una grandissima assemblea, ad occupare la facoltà di Scienze Politiche. Le nostre richieste sono chiare: vogliamo le dimissioni immediate della rettrice Polimeni e la garanzia che non verranno mai più fatte entrare le forze dell’ordine nell’ateneo. Richieste semplici, atte a ristabilire livelli minimi di democrazia e vivibilità nell’università, prendendo atto che le massime istituzioni interne alla Sapienza non sono state in grado di garantire la sicurezza degli studenti”.

“GOVERNO MELONI INASPRISCE REPRESSIONE”

Da ‘Cambiare rotta’ si passa poi a parlare del nuovo esecutivo: “Il governo Meloni, in continuità con il governo Draghi, sta già inasprendo i livelli di repressione delle proteste, una tattica che conosciamo bene: colpire il dissenso per continuare, senza una vera opposizione nel paese, a produrre politiche guerrafondaie, anti-popolari e che condannano sempre di più la nostra generazione a un futuro di precarietà. Questo Parlamento e questo Governo non ci rappresentano – sottolineano i collettivi -, come non ci rappresenta il governo del nostro ateneo. La violenza sugli studenti universitari romani ci ricorda le manganellate sugli studenti delle scuole superiori che protestavano contro l’alternanza scuola-lavoro, dopo gli omicidi di tre loro coetanei, morti di scuola e di profitto. Dalla Sapienza si alza quindi un grido di rabbia contro l’ipocrisia dell’intera classe politica. A partire dalle dimissioni della Rettrice e dalla pretesa di non vedere mai più forze dell’ordine nelle università, rialziamo la testa perché è tempo di cambiare rotta in questo paese!”, concludono.

(foto dal profilo Facebook di ‘Cambiare rotta’)

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