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Terrore elezioni: M5S stretto nell’angolo, come rompere con Salvini e giocarsela

L'editoriale di Nico Perrone, direttore dell'Agenzia di stampa Dire, per Direoggi | Edizione del 27 giugno

Pubblicato:27-06-2019 15:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:27

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ROMA – È di nuovo allarme rosso sul rischio di elezioni anticipate. Tutti gli occhi sono puntati sul 15 luglio. Scavallata quella data, stando agli esperti, diventerà impossibile votare nella finestra elettorale autunnale. Ma chi si aspettava che dopo le elezioni europee tornasse un po’ di sereno tra le due forze di Governo si è dovuto ricredere.

È scontro continuo, e su un tema cruciale come l’Autonomia chiesta dal Nord leghista, addirittura, il M5S si è messo di traverso bloccando tutto. Già i Governatori leghisti di Veneto e Lombardia, granai elettorali, hanno dato l’altolà: si deve fare se no salta il Governo. E sono seri, visto che con il referendum sul tema si sono giocati faccia e credibilità.

Insomma, sui volti dei parlamentari, e sono tantissimi quelli che sanno di non ritornare, è ricomparsa la piega della preoccupazione. Vero che in molti scommettono che, anche se dovesse crollare il Governo Conte, prima di arrivare al voto potrebbe esserci un altro Governo, magari di tipo tecnico, per gestire la manovra lacrime e sangue e rimetterci in linea con i desiderata della Commissione Europea.


Impresa ardua, perché poi si dovrebbero trovare i voti in Parlamento: e chi è quello che vota qualcosa che irriterà gli italiani ai quali bisognerà rivolgersi poco dopo per chiedere il voto? Un problema che attanaglia il M5S, stretto nella morsa di Capitan Salvini, che detta regole e tempi. Come fare per rompere lo schema?

Qualcuno ne parla, sono pochi, ma una strategia c’è e potrebbe avere un senso: se dovesse arrivare una crisi politica il presidente Conte potrebbe chiedere di tornare alle Camere con un Governo composto solo dal M5S. Se davvero per il Pd il nemico N.1 resta la Lega e tutti i reazionari che lì si sono accasati, potrebbe esserci un accordo per l’astensione. I numeri, sia alla Camera che al Senato, ci sarebbero.

La Lega tornerebbe a fare l’opposizione con Forza Italia e FdI; il Pd avrebbe tempo per riorganizzarsi per il voto che verrà, lasciando il M5S a giocarsela da soli, certo con il rischio di bruciarsi ma senza ricatti e diktat. Tutti i parlamentari tirerebbero a campare per un altro po’ di tempo.

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