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Tg Ambiente, edizione del 27 febbraio 2024

Si parla di orso polare, barchino-robot elettrico e idrogeno

Pubblicato:27-02-2024 13:48
Ultimo aggiornamento:27-02-2024 13:48

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CLIMA MUTA, SPARISCONO GHIACCI E ANCHE ORSO POLARE

La Giornata internazionale dell’orso polare ha riacceso i riflettori sui cambiamenti climatici che stanno mettendo a rischio il suo habitat e quindi la stessa sopravvivenza della specie. Con la riduzione dei ghiacci sono sempre meno le tradizionali zone di caccia degli orsi polari, di conseguenza questi perdono peso fino a rischiare di morire di fame o comunque ad avere conseguenze drammatiche sulla loro fertilità. Questo nonostante gli orsi stiano provando a trovare nuovi adattamenti, come andare a caccia di uccelli invece che di foche o ridurre i consumi di energia, entrando in una sorta di ‘letargo’ estivo. Sul Pianeta restano poco meno di 30.000 orsi polari. Purtroppo le previsioni per il futuro sono drammatiche: gli scienziati stimano che, se lo scenario rimanesse invariato, la specie potrebbe vedere la propria popolazione ridotta di 1/3 nei prossimi 30 anni, ed estinguersi entro la fine del secolo.

DA ENEA BARCHINO-ROBOT ELETTRICO A GUIDA AUTONOMA

Un barchino-robot elettrico a guida autonoma dotato di strumenti per eseguire indagini non invasive su fondali lacustri e marini, anche archeologiche. Lo stanno mettendo a punto i ricercatori del laboratorio Enea di Robotica e Intelligenza artificiale nell’ambito del progetto Lahke – Lake Heritage Knowledge and Exploration – di cui l’agenzia è capofila. Il drone marino di superficie, detto Usv-Unmanned Surface Veichle, veicolo di superficie senza equipaggio, nasce da un comune barchino commerciale a cui i ricercatori hanno aggiunto due diverse versioni di motori per migliorarne guidabilità e precisione del controllo. Si tratta di uno scafo in vetroresina a doppio strato, pesante circa 40 kg, lungo circa 2,5 metri, dotato di murate alte per proteggere la strumentazione dall’acqua. All’interno un pilota automatico e un computer di bordo per video real-time e rilevamento ostacoli. Si tratta inoltre di un sistema sostenibile in quanto alimentato elettricamente, con un costo complessivo inferiore ai cinquemila euro.

CON FERTILIZZAZIONE PRECISIONE PIÙ RESA E MENO IMPATTI

Strategica nella coltivazione e nelle rese del frumento, la concimazione ha ricadute economiche per l’attività agricola, ma anche ambientali, legate alla dispersione di fertilizzanti, soprattutto di quelli in eccesso, con possibile perdita nelle falde acquifere. In risposta all’esigenza di una fertilizzazione sempre più sostenibile, il Crea ha condotto uno studio dedicato. I ricercatori hanno messo a confronto sullo stesso campo in due anni successivi due diverse tipologie di distribuzione di fertilizzanti: uniforme il primo anno e sito-specifica il secondo. Quando la concimazione è stata eseguita ottimizzando la distribuzione dei trattamenti in zone definite, le stesse hanno incrementato significativamente la loro produzione (quasi il 14%). Le altre aree trattate, invece, con una dose ridotta di fertilizzante nel secondo anno hanno registrato una produzione inferiore rispetto all’anno precedente, che però non ha inciso sull’aumento complessivo della resa del campo. Evidente poi la riduzione del rischio relativo all’impatto dei fertilizzanti in eccesso sulle falde acquifere.


PROGETTO SNAM HYDROGEN VALLEY IN PUGLIA TRA PRIORITA’ EUROPA

L’infrastruttura dedicata all’idrogeno prevista per l’Hydrogen Valley in Puglia è stata inclusa dalla Commissione Europea tra i progetti Ipcei (Important Projects of Common European Interest). Il progetto, portato avanti da Snam, la cui fase operativa è attesa nel 2028, comporta investimenti complessivi per circa 100 milioni di euro, dedicati al repurposing di condotte esistenti (85 km) e all’installazione di nuove tubazioni, per una lunghezza totale di circa 110 km. A livello europeo, nel suo insieme l’Ipcei Hy2Infra sosterrà la diffusione di elettrolizzatori per 3,2 GigaWatt, la realizzazione e la riconversione di condotte per il trasporto e la distribuzione dell’idrogeno per circa 2.700 km, lo sviluppo di impianti di stoccaggio dell’idrogeno per almeno 370 GWh e la costruzione di terminali di movimentazione e delle relative infrastrutture portuali per vettori di idrogeno organico liquido per gestire 6.000 tonnellate di idrogeno all’anno.

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