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Covid, Bartoletti: “Il modello ‘Uscar’ funziona, ‘Usca’ largamente inattuate”

Il vicepresidente dell'Omceo Roma: "Neanche al ministero hanno i dati"

Pubblicato:26-11-2020 14:34
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:39

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ROMA –  “La domanda è: se chiudiamo le Uscar e apriamo le Usca, andiamo meglio o peggio? Perché delle Uscar i dati positivi ci sono, come ha evidenziato anche l’assessore D’Amato, mentre delle Usca non abbiamo notizie. È un modello previsto nella normativa di marzo ma largamente inattuato in molte Regioni. Quanti interventi sono stati fatti finora? Quanto costano? Neanche al ministero della Salute sono noti questi dati”. Lo ha detto, all’agenzia Dire, il vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Roma, Pier Luigi Bartoletti. “Noi non ce l’abbiamo con i medici, parliamo di modelli- spiega Bartoletti, che coordina le Unita’ mobili speciali di continutà assistenziale regionali- Se ci fermiamo noi, si ferma il Lazio. E lo dico perché è un modello efficiente, ma che potrebbe migliorare ancora. Se avessimo la possibilita’ di avere una centrale di ascolto nostra e una chiamata dedicata, andremmo ancora meglio”.

BARTOLETTI: “SUI TAMPONI RAPIDI AL LAVORO PER ALLEANZA CON FARMACISTI”

 “Sui tamponi rapidi antigenici stiamo cercando di trovare una collaborazione con i farmacisti affinché i medici possano lavorare fuori dalle farmacie insieme a loro. L’obiettivo è evitare che si crei un conflitto normativo, perché l’atto certificativo di un tampone può farlo solo il medico. Quindi anziché fare battaglie ideologiche tra categorie, cerchiamo di venirci incontro per lavorare bene tutti quanti”, ha aggiunto il vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Roma, Pier Luigi Bartoletti. “In generale, sono sempre di più i medici che hanno deciso di eseguire tamponi rapidi nei propri studi, dove è possibile farli- ha aggiunto Bartoletti- I colleghi hanno capito che in questo modo si risolvono tanti problemi legati alla burocrazia”.


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