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L’Italia è ancora indietro sul digitale. Corte dei Conti: “Risorse usate poco e male”

L'Italia si colloca al terzultimo posto in Europa per attuazione dell’Agenda digitale

Pubblicato:26-11-2019 09:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:40

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ROMA – “Le stime più accreditate dichiarano una spesa complessiva di circa 5,8 miliardi l’anno per l’informatica pubblica, tra risorse nazionali e comunitarie. Lo scenario, quindi, dà evidenza dell’esistenza di disponibilità cospicue, che rappresentano un considerevole potenziale di sviluppo e che potrebbero fare la differenza nell’adeguamento dell’ICT italiana a tutti i livelli di gestione e di governo, ma che vengono utilizzate in misura limitata e non sempre nel modo più razionale“. Lo dice la Corte dei Conti nel referto in materia di informatica pubblica presentato alla Camera.

“È evidente – aggiunge la Corte dei Conti – come la disponibilità delle risorse comunitarie per l’innovazione rappresenti una grande opportunità sia a livello centrale che periferico che non ci si può lasciar sfuggire; altrettanto importante è il coordinamento delle varie Pubbliche amministrazioni affinché i fondi disponibili vengano indirizzati nel modo migliore, in modalità sinergica e con obiettivi condivisi a livello centrale”.

Nel Digital Economy and Society Index (DESI) l’Italia rimane ancora indietro pur in quadro europeo “complessivamente in difficoltà a crescere sui temi del digitale in un’ottica sistemica” e che “dimostra che le politiche avviate dalla Commissione per un unico grande mercato digitale stentano ancora a essere realizzate”.


“L’Italia rimane ancora indietro, seppur in miglioramento, passando dal 25° posto del 2018 al 24° del 2019, su 28 Paesi, in una situazione di svantaggio e sotto la media EU, registrando una velocità di crescita di alcune aree comunque inferiore a quella della media europea. Di contro- aggiunge la Corte dei Conti – si registrano nel 2019 taluni importanti progressi, con particolare riferimento alla “Connettività” (da 26esimi dello scorso anno a 19esimi) e dei “Servizi pubblici digitali” (da 19esimi a 18esimi). Complessivamente, tuttavia, le prestazioni dell’Italia sul DESI si collocano all’interno del gruppo di Paesi dai risultati inferiori alla media (Romania, Grecia, Bulgaria, Polonia, Ungheria, Croazia, Cipro e Slovacchia)”.

Il DESI “dà contezza di un’Italia ferma al 25° posto su 28 Paesi europei nel 2018 e al 24° nel 2019, con una velocità di crescita delle iniziative comunque inferiore a quella della media europea sui temi del digitale. Complessivamente l’Italia si colloca al terzultimo posto in Europa per attuazione dell’Agenda digitale“.

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