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Acerbi assolto, “Mancano le prove degli insulti razzisti”. Juan Jesus alza il pugno, il Napoli si indigna

Il difensore dell'Inter non salterà nemmeno una giornata. "Non c'è la certezza della discriminazione". Juan Jesus cambia immagine del profilo sui social: pugno alzato, mentre il Napoli annuncia che non parteciperà più a eventi contro il razzismo

Pubblicato:26-03-2024 15:42
Ultimo aggiornamento:27-03-2024 13:17

Acerbi Razzismo
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ROMA – Zero. Non dieci e nemmeno tre giornate. Francesco Acerbi non sarà squalificato per le presunte offese razziste a Juan Jesus. Per mancanza evidente di prove, nella fattispecie la lettura d’un labiale che inchiodi il difensore dell’Inter alla parola fumante: “negro“. Dopo aver ricevuto la relazione della Procura Figc, a cui aveva chiesto un supplemento d’indagine, il Giudice Sportivo Gerardo Mastrandrea ha quindi tenuto una linea garantista: assolto.

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Le due versioni – accusa e difesa – raccontano due storie diverse. Juan Jesus ha sentito gli insulti, Acerbi dice d’essere stato frainteso: un “va via nero” che diventa un “ti faccio nero”, ed altre interpretazioni più o meno ballerine.


Il Giudice Sportivo scrive nel suo dispositivo di aver deciso per l’assoluzione “vista la documentazione pervenuta dalla Procura Federale, in particolare i verbali di audizione dei diretti interessati, compreso il video dello scontro di gioco depositato dal calciatore Juan Jesus, nonché lo stralcio della registrazione dei pertinenti colloqui Arbitro/Sala VAR; Sentito il Direttore di gara sullo svolgersi dei fatti in campo; Ritenuto di dover premettere che l’odierno procedimento si è incardinato presso il Giudice sportivo nazionale a norma degli artt. 65, 66 e 68 CGS, sulla base dunque delle risultanze dei documenti ufficiali e in particolare di quanto riportato nel referto del Direttore di gara circa gli accadimenti in campo al minuto 13° del secondo tempo di gara, puntualmente rappresentati dall’Arbitro medesimo, che riferiva in particolare: quanto segnalatogli dal calciatore Juan Jesus circa le presunte espressioni offensive di discriminazione razziale da parte del calciatore Francesco Acerbi; la piena disponibilità manifestata dall’Arbitro stesso per ogni eventuale e conseguente decisione; l’interruzione del gioco al fine di consentire un chiarimento tra i calciatori; la ripresa del gioco infine (dopo un’interruzione durata circa un minuto e trenta secondi) in seguito al confronto tra i calciatori e non avendo espresso il calciatore Juan Jesus alcun dissenso al riguardo; Rilevato che la sequenza dei fatti in campo, ricostruita in base ai documenti ufficiali, con l’ausilio del Direttore di gara e comunque visibile in video, muovendo necessariamente dallo scontro di gioco e dall’atto del proferimento di alcune parole da parte dell’Acerbi nei confronti di Juan Jesus è sicuramente compatibile con l’espressione di offese rivolte, peraltro non platealmente (con modalità tali cioè da non essere percepite dagli altri calciatori in campo, dagli Ufficiali di gara o dai rappresentanti della Procura a bordo del recinto di giuoco), dal calciatore interista, e non disconosciute nel loro tenore offensivo e minaccioso dal medesimo “offendente”, il cui contenuto discriminatorio però, senza che per questo venga messa in discussione la buona fede del calciatore della Soc. Napoli, risulta essere stato percepito dal solo calciatore “offeso” (Juan Jesus), senza dunque il supporto di alcun riscontro probatorio esterno, che sia audio, video e finanche testimoniale”.

Il Giudice scrive anche che “la condotta discriminatoria, per la sua intrinseca gravità e intollerabilità, perdipiù quando riferita alla razza, al colore della pelle o alla religione della persona, deve essere sanzionata con la massima severità a norma del Codice di giustizia sportiva e delle norme internazionali sportive, ma occorre nondimeno, e a fortiori, che l’irrogazione di sanzioni così gravose sia corrispondentemente assistita da un benché minimo corredo probatorio, o quanto meno da indizi gravi, precisi e concordanti in modo da raggiungere al riguardo una ragionevole certezza”.

Invece “nella fattispecie la sequenza degli avvenimenti e il contesto dei comportamenti è teoricamente compatibile anche con una diversa ricostruzione dei fatti, essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa ma rimanendo il contenuto gravemente discriminatorio confinato alle parole del soggetto offeso, senza alcun ulteriore supporto probatorio e indiziario esterno, diretto e indiretto, anche di tipo testimoniale”. “Non si raggiunge nella fattispecie il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio dell’offesa recata”.

ASSOLTO ACERBI, JUAN JESUS CAMBIA FOTO PROFILO E PUBBLICA PUGNO ALZATO

juan jesus

Il difensore del Napoli Juan Jesus cambia la foto sul proprio profilo Instagram e pubblica lo scatto in bianco e nero di un pugno alzato, simbolo del black power. La nuova foto a poche ore dalla notizia dell’assoluzione per il difensore dell’Inter Francesco Acerbi dall’accusa di razzismo nei confronti del giocatore azzurro.

IL NAPOLI: “A QUESTO PUNTO LA COLPA È DI JUAN JESUS…”

Il Napoli non aderirà più ad iniziative delle istituzioni calcistiche contro il razzismo. È la reazione decisa del club campano, alla notizia dell’assoluzione di Francesco Acerbi dalle accuse di insulti razzisti rivolti a Juan Jesus.

Il Giudice Sportivo ha deciso per questa sentenza, praticamente per assenza di prove. “Il signor Acerbi non è stato sanzionato. A questo punto il colpevole dovrebbe, per la ‘giustizia’ sportiva, essere Juan Jesus, che avrebbe accusato un collega ingiustamente”, si chiede il Napoli, ironicamente, in una nota diramata. “Non è ragionevole pensare che abbia capito male. Il principio di maggiore probabilità di un evento, ampiamente visibile dalla dinamica dei fatti e dalle sue scuse in campo, che nella giustizia sportiva è preso in considerazione, scompare in questa sentenza- prosegue il club- Restiamo basiti”.

Inoltre, si chiede il perché di alcuna sanzione nei confronti dell’intervista, “se quanto accaduto in campo, lo dice la sentenza, ‘è sicuramente compatibile con l’espressione di offese rivolte…dal calciatore interista, e non disconosciute nel loro tenore offensivo e minaccioso dal medesimo’, perché non irrogare a quest’ultimo alcuna sanzione? Perché, poi, lo dice sempre la sentenza, ‘essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa’, nessuna decisione è stata assunta dalla ‘giustizia’ sportiva al riguardo per punire il responsabile? Restiamo ancor più basiti. Il Napoli non aderirà più a iniziative di mera facciata delle istituzioni calcistiche contro il razzismo e le discriminazioni, continueremo a farle da soli, come abbiamo sempre fatto, con rinnovata convinzione e determinazione”.

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