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ROMA – C’è un’altra crisi in Argentina. Ha a che fare solo in parte con crolli del peso, rischi di default e ristrutturazioni del debito. La documenta minuto per minuto FeminIndex, sito online creato dal collettivo di esperte ed attiviste di Economia feminista. L’idea è nata con l’approssimarsi delle elezioni, presidenziali, legislative e provinciali, in programma domenica.
All’indirizzo Feminindex.com sono ricostruiti i profili di tutti i candidati, aggiornati sulla base delle loro dichiarazioni su diritti delle donne e “agenda” di genere. Parole, promesse, minacce e pure “frasi macho” catalogate e contestualizzate con grafici shock: in Argentina l’aborto resta illegale e ogni cinque minuti un’adolescente diventa madre; a fronte di una crisi economica che morde, con un reddito femminile inferiore del 27 per cento rispetto alla media nazionale, sette poveri su dieci sono donne.
L’idea di FeminIndex è favorire un cambiamento nella direzione della parità di genere. Un obiettivo che le esperte del collettivo perseguono con dati e informazioni, sottoponendo questionari ai candidati o in caso di mancate risposte citando le loro dichiarazioni pubbliche. Gli ambiti di indagine vanno dai diritti sessuali e riproduttivi all’economia femminile, dall’agenda Lgbtttiq+ alla partecipazione politica.
Uno spazio a sé ha poi la “violenza machista”, con maglie nere indossate da un candidato dopo l’altro: al senatore Miguel Angel Pichetto, che se la prende con le donne che “se ne stanno a bere il tè e poi vanno in pensione come lavoratrici domestiche senza pagare contributi”, risponde il governatore Juan Manuel Urtubey, innamorato della moglie al punto da dire: “Dove brilla di più è la casa, è un’ottima casalinga”.
Su Feminindex.com alle denunce si accompagnano però sempre le proposte. Prendete il sostegno al progetto di legge per l’aborto “libero e sicuro” dopo lo “stop” imposto in extremis dal Senato lo scorso anno, ai corsi di educazione sessuale nelle scuole o alla gratuità dei prodotti per l’igiene mestruale. L’impegno è andare al di là delle etichette su neoliberalismi e populismi associate al presidente Mauricio Macri e al suo sfidante (favorito) Alberto Fernandez. Molto meglio le pagelle candidato per candidato: voti da uno a sei, pallini rossi, gialli o azzurri, con promossi e bocciati in educazione sessuale e diritti riproduttivi.
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