NEWS:

Influencer in campo per la lotta alle epatiti: se la prevenzione diventa ‘virale’

Parte la campagna 'Viral', che vede coinvolti influencer nel tentativo di diffondere la conoscenza delle epatiti virali, dalla C alla famigerata Delta. L'obiettivo? Far emergere il sommerso

Pubblicato:25-07-2023 12:48
Ultimo aggiornamento:25-07-2023 12:48
Autore:

epatiti influencer
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Viviamo in un mondo iperconnesso dove idee e informazioni possono diffondersi alla velocità della luce, fra migliaia di utenti, in tutte le parti del mondo: solo su Instagram ogni giorno vengono condivisi circa 95 milioni di post. Ci sono messaggi, però, che finora non sono riusciti a diffondersi in maniera virale: quelli di informazione e sensibilizzazione sulle epatiti. Lo dimostrano i numeri: le epatiti virali causano nel mondo ancora più di un milione di morti ogni anno.

In occasione della Giornata mondiale sulle epatiti, istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e che si celebra ogni anno il 28 luglio, parte la campagna ‘Viral: rendiamo virale la conoscenza delle epatiti’ che vuole diffondere messaggi di awareness efficaci, per contribuire così a fermare il diffondersi dei virus. La campagna, realizzata da Gilead Sciences con il patrocinio delle Società Scientifiche e delle Associazioni di Pazienti impegnate in quest’area, coinvolge una serie di influencer che si fanno portavoce dei messaggi di sensibilizzazione. Dai loro profili Instagram, gli influencer lanceranno post e stories per promuovere la conoscenza delle epatiti virali, raggiungendo un bacino potenziale di oltre un milione di followers. Un trampolino di lancio per rendere virale la corretta informazione nella lotta alle epatiti.

Il focus della campagna è sull’epatite C, la forma più diffusa di epatite virale in Italia. Sebbene l’Oms abbia stabilito per il 2030 l’obiettivo di ridurre del 65% le morti legate all’epatite C e del 90% i nuovi contagi, in Italia si stima ci siano ancora 100.000 persone con malattia di fegato avanzata causata da epatite C e non diagnosticata, la maggior parte di età compresa fra i 60 e i 70 anni, e altri 280.000 individui con infezione da HCV attiva con età media di 46 anni, ignari di essere malati perché senza sintomi.
“La disponibilità di farmaci in grado di guarire chi è infettato da HCV rende ancor più urgente la promozione di messaggi corretti: è fondamentale diffondere le informazioni sul test e sui fattori di rischio così da scovare le infezioni sommerse e diminuire drasticamente la circolazione del virus”, commenta Alessandra Mangia, Responsabile Unità Dipartimentale di Epatologia IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (FG).


Obiettivo della campagna ‘Viral’, dunque, quello di aumentare la consapevolezza sulle epatiti virali, tra le quali l’epatite Delta, la forma più aggressiva, che colpisce solo le persone con infezione da virus HBV (il virus che causa l’epatite B). Si stima che nel mondo circa 10 milioni di persone vivano con l’epatite Delta (HDV) e che in Italia circa il 5-9% delle persone con infezione da virus HBV siano infette anche da HDV, una percentuale che sale fra le persone che provengono da paesi dove l’epatite Delta è endemica e dove non esistono politiche di vaccinazione contro l’epatite B (HBV).

I tre messaggi della campagna mettono a fuoco altrettanti aspetti fondamentali per la lotta alle epatiti. Ecco quali sono.

OGNI GIORNO TRASMETTI UNA DIRETTA. MA NON SAI COME SI TRASMETTE L’EPATITE

Per fermare il diffondersi delle epatiti virali è fondamentale capire quali sono i fattori di rischio per contrarre il virus: il principale è il contatto diretto con sangue infetto che può essere causato dalla condivisione di oggetti appuntiti o taglienti (come rasoi, lamette o forbici), da aghi, da strumenti chirurgici usati e non sterilizzati, o attraverso le trasfusioni di sangue.

LA MAGGIOR PARTE DEGLI OVER 50 HA UN PROFILO SOCIAL. E UN PROFILO POTENZIALMENTE A RISCHIO HCV

L’infezione da HCV è più diffusa fra chi ha più di 50 anni, persone che hanno avuto una maggiore probabilità di sottoporsi a trasfusioni, operazioni chirurgiche o pratiche sanitarie prima degli anni Novanta, quando ancora non si conosceva il virus e quindi non esisteva il test per il plasma trasfuso e gli organi da donatore, né si utilizzavano aghi, siringhe e strumenti chirurgici monouso.

CONTROLLI IL FEED OGNI QUARTO D’ORA. MA NON HAI MAI FATTO UN CONTROLLO DELL’HCV

Il test per l’HCV è uno strumento importante di salute pubblica: la diagnosi precoce permette di indirizzare i pazienti verso le cure. Grazie all’utilizzo di farmaci che agiscono direttamente sul virus, oggi è infatti possibile eliminare il virus e curare l’epatite C nella quasi totalità dei casi (oltre il 95%).
“Da oltre 20 anni Gilead Sciences è in prima linea nella lotta alle epatiti virali, con lo sviluppo di soluzioni che hanno migliorato radicalmente la vita dei pazienti, ovunque. Abbiamo rivoluzionato la storia delle epatiti raggiungendo traguardi considerati impossibili: una cura definitiva per l’HCV, terapie sempre più efficaci e tollerate per l’HBV e l’ingresso in una nuova era per la gestione dell’HDV. Pensiamo che sia fondamentale promuovere l’accesso alle terapie più efficaci per garantire a tutti i pazienti le stesse possibilità di cura. Gilead è profondamente impegnata nel sostenere la collaborazione con il Sistema Sanitario Italiano per l’eliminazione delle epatiti virali, l’obiettivo prefissato dall’OMS”, afferma Frederico da Silva, VP e General Manager Gilead Sciences Italia.
Gilead promuove la corretta informazione sull’epatite C attraverso il sito C come curabile dove sono disponibili dati, ricerche, notizie, interviste a medici sulle ultime novità in termini di prevenzione e cura dell’infezione da HCV e tutti i materiali della campagna ‘Viral’.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it