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A Bologna Gianni Morandi e Cesare Cremonini insieme per la torre Garisenda: “Italiani, aiutateci a salvarla”

I due big bolognesi scendono in campo insieme al sindaco Lepore per il savataggio della torre Garisenda: "Basta anche un euro, pochissimo". E sullo sfondo c'è il sogno di un concerto di coppia

Pubblicato:24-11-2023 20:54
Ultimo aggiornamento:24-11-2023 20:54
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BOLOGNA – Gianni Morandi e Cesare Cremonini in campo per salvare la torre Garisenda di Bologna: i due cantanti oggi, insieme al sindaco Matteo Lepore, hanno lanciato una raccolta fondi per salvare la torre Garisenda – da alcune settimane ‘sorvegliata speciale’ perchè potenzialmente a rischio crollo – ma anche contribuire alla conservazione dell’altra torre emblema di Bologna, l’Asinelli. E non escludono, chissà, di trovarsi insieme un domani a fare un concertone proprio per questo obiettivo. Intanto, però, ora parte l’appello. Che vuole essere “un appello nazionale e anche oltre i confini“, afferma in conferenza stampa Cremonini: “Basta anche un euro, pochissimo, per aiutare il simbolo di una città così amata”. Bologna “è nel cuore di tutti e credo che tutti possano fare un piccolo gesto, anche con pochi euro se uno non può di più, per il nostro centro storico unico in Europa”, fa eco Morandi.

Per i due artisti bolognesi, la Garisenda e l’Asinelli rappresentano un pezzo di vita e fioccano i ricordi: gli appuntamenti “sotto le Due torri” con le ragazze e gli amici per entrambi, ma per Morandi anche l’incontro a Bologna con Lucio Dalla e per Cremonini, invece, un semaforo che diventa verde e dà la spinta per andare a consegnare (in Vespa, ovviamente) una musicassetta al primo produttore. Inevitabile, dunque, accogliere l’invito del Comune a supportare la raccolta fondi. “Sentiamo da sempre il dovere di festeggiare Bologna quando è il caso di festeggiarla- afferma Cremonini- e di difenderla e proteggerla nel momento cui è ferita o ha bisogno di protezione”.

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La notizia dell’allarme sulla Garisenda “da cittadino è stata scioccante”, ma la reazione immediata è stata quella di “trasmettere quella coesione molto naturale che a noi bolognesi appartiene di natura”, aggiunge Cremonini: sul caso Garisenda è spiacevole sentire “solo polemiche. La critica è giusta, però c’è sempre tempo. È il momento della coesione”, perchè questa dev’essere “un’occasione di cambiamento della città, che approfitta di una difficoltà per trasformarsi e fare qualcosa di meglio di quello che c’era”.

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Giusto dare una mano alla raccolta fondi, quindi, ma in più “io e Gianni saremo anche i garanti di tutti gli umarells che parteciperanno a questo grande cantiere“, assicura Cremonini. Tra le due torri “io mi sento più la Garisenda e cioè quella da curare”, dice Morandi. La più bassa delle due sorelle “ha bisogno di essere curata. Non cade mica domani”, continua il cantante, ma c’è bisogno del contributo di tanti e qui entra in gioco la raccolta fondi: “La sosterremo attraverso i social ma anche parlando con altri artisti, anche non bolognesi ma che vengono qui sempre molto volentieri perchè Bologna è la città dell’accoglienza”.

L’IPOTESI CONCERTO. O LA CANZONE

Nel frattempo, resta per ora una suggestione un concerto in coppia per le Due torri. “Non è così facile”, avverte Morandi. Oggi si tratta di lanciare la raccolta fondi, poi “da qui tutte le idee che potranno venire…”, non chiude la porta Cremonini. E una canzone ad hoc? “Se vuoi scriverne una per il cuore della città io la canto volentieri”, dice Morandi a Cremonini, che risponde evocando il suo primo successo: “Ero rimasto sui colli a guardare il panorama, ma sono cresciuto anch’io e bisogna che mi esponga”. Ma c’è spazio anche per la Bologna calcistica. “Incrociando le dita vorrei tirare in ballo Thiago Motta. Perchè se il Bologna riuscisse ad andare in Europa sarebbe un’altra piccola o grande vetrina”, fa notare Morandi. Se il Bologna va in Europa “Joey Saputo ci dà subito un milione“, coglie la palla al balzo Lepore, rassicurato da Cremonini: il patron rossoblu senz’altro “ti risponde con generosità”. Ma Morandi frena: con il Bologna in Europa “dobbiamo dare i soldi noi a loro per comprare i giocatori”. Lepore, allora, chiude il siparietto dispensando Saputo: “Altrimenti poi i tifosi dicono che non fa la campagna acquisti per dare i soldi a noi”.

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