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Maxi truffa sul bonus facciate, sequestri per 20 milioni a 8 veronesi

Hanno dichiarato interventi edilizi mai eseguiti per ottenere il previsto credito di imposta

Pubblicato:24-11-2022 12:14
Ultimo aggiornamento:24-11-2022 12:14

schema truffa
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VENETO – Hanno sfruttato il ‘bonus ristrutturazione’ e il ‘bonus facciate’ per realizzare “un programma criminoso” finalizzato a trarre profitti da attività illecite nel settore degli aiuti di Stato. Con questa accusa, l’autorità giudiziaria veronese ha emesso un avviso di garanzia nei confronti di otto persone, a vario titolo coinvolte nell’associazione a delinquere e nel reimpiego dei capitali di provenienza illecita in attività economiche, e ha disposto sequestri su fondi e beni per un valore complessivo stimato di oltre 20 milioni di euro.

ASSOCIAZIONE A DELINQUERE CON L’OBIETTIVO DI OTTENERE CREDITI DI IMPOSTA DA MONETIZZARE

L’articolato meccanismo di fronde scoperto dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Verona si basa sulla cessione del credito di imposta relativo ai bonus ‘ristrutturazione’ e ‘facciate’, che consentono detrazioni al 50% e al 90% delle spese documentate per ristrutturazioni edilizie e interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna di edifici esistenti.

HANNO COMUNICATO ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE CREDITI INESISTENTI PER OLTRE 15 MILIONI

Sfruttando queste misure gli otto soggetti individuati dalle Fiamme Gialle, tutti con redditi dichiarati modesti o nulli, avrebbero creato illecitamente i presupposti per la comunicazione all’Agenzia delle Entrate di crediti d’imposta di fatto inesistenti per importi che superano i 15 milioni di euro.


DICHIARATI LAVORI INESISTENTI ANCHE SU IMMOBILI CHE NON ERANO NELLA LORO DISPONIBILITÀ

In sostanza i soggetti dichiaravano di aver eseguito lavori edili su immobili che in larga parte non erano nemmeno nella loro effettiva disponibilità, tramite una ditta individuale con sede in provincia di Verona, formalmente attiva in campo edilizio ma di fatto non operativa. Inutile dire che i lavori non venivano in realtà mai eseguiti, ma i relativi crediti di imposta venivano richiesti.

SETTE MILIONI SUBITO MONETIZZATI GRAZIE ALLA CESSIONE DEL CREDITO A UNA SOCIETÀ ROMANA

Una quota parte di quasi sette milioni è stata monetizzata con una cessione a soggetti terzi che, previo compenso del 30% sul valore dei crediti ceduti, hanno versato alla ditta individuale formalmente incaricata dei lavori ben 4,8 milioni. Gli indagati hanno poi provveduto a trasferire e a reimpiegare i proventi del reato in attività economiche e imprenditoriali apparentemente lecite.

LA SOMMA È  STATA CONGELATA DALL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA

Oltre ai sequestri per oltre 20 milioni l’autorità giudiziaria ha congelato il credito di quasi sette milioni che la ditta individuale veronese aveva già ceduto ad una società romana che lo avrebbe utilizzato come credito di imposta nei confronti dello Stato e lo avrebbe così monetizzato.

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