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Bologna città 30? “Allora gli studenti entrino a scuola prima e gli uffici comunali chiudano dopo”

I commercianti di Bologna propongono di rimodulare gli orari di scuole, uffici pubblici e aziende: "Se davvero si andrà ai 30 all'ora serve cambio di passo di tutti"

Pubblicato:24-10-2023 17:34
Ultimo aggiornamento:24-10-2023 18:50
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BOLOGNA – Hanno subito le liberalizzazioni, hanno affrontato i cantieri per il potenziamento del servizio pubblico locale e oggi devono digerire anche la ‘Città 30‘. Ora i commercianti bolognesi chiedono al resto della città, in particolare al mondo della scuola e alla pubblica amministrazione, di fare un sacrificio e rimodulare gli orari di ingresso in modo da decongestionare il traffico tra le 7.45 e le 9 del mattino.

ORARI DIFFERENZIATI PER L’INGRESSO A SCUOLA

“Se non fosse stata introdotta la misura del limite dei 30 chilometri orari in tutta la città, potremmo continuare a fare come adesso”, spiega il presidente di Ascom, Enrico Postacchini, illustrando la proposta dell’associazione, che prevede orari differenziati per l’ingresso a scuola: possibilità di entrare dalle 7.45 alle elementari con un servizio di accoglienza prima dell’inizio delle lezioni con costi carico del Comune, ingresso posticipato alle 8.40 per gli studenti delle superiori, nessuna rimodulazione, invece, per gli alunni delle medie. Nello stesso tempo, anche gli uffici e gli sportelli comunali dovrebbero restare aperti più a lungo al pomeriggio.

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“ORARI DI FAMIGLIE, UFFICI E AZIENDE DEVONO CAMBIARE”

“La misura ancora non è rispettata, ma se si andrà davvero ai 30 chilometri all’ora, per renderla efficiente e non negativa e limitativa per la città, oltre alla sincronizzazione dei semafori, ancora non tarati sui nuovi limiti, serve un cambio degli orari degli uffici pubblici, delle aziende, delle famiglie“, afferma Postacchini. “Questo è un comparto che ha già vissuto la liberalizzazione al 100% del settore, ci è stato chiesto di lavorare la domenica, sembrava che se non si fosse stati in grado di fornire un litro di latte alle 2 di notte, sarebbe cascato il mondo. Il settore non ha mai avuto paura a sacrificarsi, oggi chiede al resto del mondo di fare un piccolo sacrificio sugli orari“, prosegue.

Oltretutto, avvisa il numero uno dell’associazione di Strada Maggiore, “i mezzi intasati potrebbero avere un effetto negativo: una città non in grado di gestire i flussi, si trova congestionata. La misura dei 30 all’ora non ha a che fare con l’ambiente, ma potrebbe avere effetti negativi su questo aspetto”. Nel mirino di Ascom, nello specifico, finiscono gli orari delle scuole al mattino, quando tra le 7.45 e le 9 55 gli studenti si muovono in città per raggiungere i loro istituti. L’associazione propone una maggiore flessibilità di ingresso alle scuole elementari con un potenziamento dell’accoglienza in entrata a partire dalle 7.45 con un servizio di anticipo, con educatori professionali, aperto a tutti e gratuito a differenza dell’attuale pre-scuola, che è a pagamento per le famiglie che ne fanno richiesta per far fronte a specifiche esigenze lavorative.

“Oltre ad ampliare la finestra d’ingresso alle elementari, la nostra idea è far slittare leggermente in avanti l’inizio lezioni per scuole superiori. Questa proposta richiede il coinvolgimento dei sindacati, di Tper, delle associazioni di categoria, dell’Università. Con quello che accadrà nei prossimi anni, in termini di cantieri, se la città non lo fa, sbaglia”, ammonisce il direttore generale Giancarlo Tonelli, immaginando un’entrata in vigore dei nuovi orari con l’inizio del prossimo anno scolastico, a settembre del 2024. “C’è tutto il tempo per confrontarsi, ma la società civile deve dare un segnale”, conclude Postacchini.

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