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VIDEO | Scuola, Villani (Sip): “Riapertura possibile, tutti rispettino regole”

"La riapertura sarà più sicura se le regole saranno rispettate da tutta la popolazione e non solo dai ragazzi, dai bambini, dei genitori e da chi lavora nella scuola"

Pubblicato:24-08-2020 13:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:47

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ROMA – Il 14 settembre riapriranno tutte le scuole, ma dal primo settembre già si parte con i corsi di recupero.

Che succederà se un alunno mostrerà i sintomi del virus?

“Per garantire la sicurezza nelle scuole si devono rispettare le regole che ormai conosciamo da tempo: il lavaggio frequente delle mani, il distanziamento fisico, l’uso di una barriera delle vie aeree se il distanziamento non può essere mantenuto ed evitare gli assembramenti”. Lo ribadisce Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), che ai microfoni del Tg5 aggiunge: “Riaprire la scuola il 14 settembre è possibile, ma sarà tanto più sicuro quanto più verranno rispettate le regole da tutta la popolazione e non solo dai ragazzi, dai bambini, dei genitori e da chi lavora nella scuola”.


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Come rispettare, allora, il distanziamento a scuola?

“La questione riguarda unicamente la superficie delle aule- spiega sempre al Tg5 Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp)- e se non ci saranno aule abbastanza spaziose da stare ad oltre un metro di distanza, in alcune di esse si dovrà indossare sempre la mascherina e poi di tanto in tanto si dovranno effettuare delle rotazioni. È evidente che se non si riuscirà a gestire la rotazione, si potrà procedere con la didattica a distanza”.

Cosa succederà se in classe un alunno dovesse mostrare sintomi di Covid?

“In ogni scuola- continua Giannelli- ci deve essere una saletta destinata ad accogliere chi presentasse sintomi da infezione Covid in attesa che arrivi la famiglia a prelevarlo”. Se poi un alunno starà male già a casa, allora i genitori dovranno contattare il medico curante e non mandarlo a scuola. Tuttavia, per istituire il medico scolastico la Società italiana di Igiene ha calcolato che “con il personale disponibile ad oggi, un medico dovrebbe essere referente di 23 istituti scolastici”. Per i docenti e il personale scolastico, infine, sono partiti i test sierologici che il ministero della Salute ha stabilito su base volontaria.

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