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A Roma autodemolitori in protesta si arrampicano sull’acquedotto Alessandrino

La protesta contro il Campidoglio che ha intimato la dismissione di 21 autodemolitori su via Togliatti

Pubblicato:24-05-2021 16:50
Ultimo aggiornamento:25-05-2021 09:05

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ROMA – Un gruppo di autodemolitori si è arrampicato sulla cima dell’Acquedotto Alessandrino sulla via Palmiro Togliatti di Roma. Altri stanno bloccando il passaggio delle auto in 3 arcate dell’acquedotto Alessandrino. Disagi al traffico.

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“Se non viene la Raggi non scendiamo”, urlano alcuni manifestanti, autodemolitori di via Togliatti, in cima all’Acquedotto Alessandrino di Roma. ‘Zingaretti prendi posizione per una volta’, ‘Ziantoni rileggi le norme, hai mai sentito parlare dell’accordo di programma?’, sono alcuni degli striscioni con cui i demolitori stanno bloccando il passaggio delle auto sotto le arcate dell’acquedotto in via Togliatti.


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ARDER: “RAGGI SORVOLA SU TAR E PROCURA

“Ancora una volta è lacunosa e pretenziosa la dichiarazione del Sindaco Raggi sulla questione degli autodemolitori, all’avvicinarsi della campagna elettorale cerca di trovare consensi tornando in maniera impropria a tre anni fa, addirittura sorvolando sulle espressioni del Tar e della Procura della Repubblica”. Così in una nota, Elena Donato, presidente dell’Arder, l’associazione di categoria degli autodemolitori romani, in seguito alle dichiarazioni della sindaca di Roma Virginia Raggia e dell’assessore all’Ambiente Katia Ziantoni, dopo l’annuncio dei giorni scorsi che il Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale, su indicazione dell’Assessorato ai Rifiuti e al Risanamento Ambientale, ha intimato la dismissione ed il ripristino dei siti sui quali sono presenti 21 ditte di autodemolizione nella area tra viale Palmiro Togliatti ed il Parco di Centocelle, nel quadrante Est di Roma.

“Dopo il vano tentativo di abrogare l’art. 6 bis, – prosegue la nota – investendo in malo modo denaro e forze che sarebbero potuti essere investiti in altro modo, il sindaco costringe per l’ennesima volta gli operatori del settore ad impugnare gli atti davanti il Tribunale Amministrativo, costringendoli ad intraprendere una nuova lotta intestina che al momento non ha lasciato né vincitori e né vinti. Oltretutto, menzoniere le dichiarazioni della stessa. Accenna ad una delocalizzazione per la quale non è stata emanata alcuna determina, – si legge – parla di terreni fantasma che non esistono, ed oltretutto nasconde l’esistenza di una Determina notificata nel 2019 attraverso la quale la tutela ambiente indicava agli autodemolitori di via Palmiro Togliatti quali dovevano essere i lavori di adeguamento per poter essere autorizzati”. Secondo Arder, la sindaca di Roma: “Trasforma attraverso una libera interpretazione le decisioni del Tribunale Amministrativo, il quale in decine di ordinanze afferma che gli interventi richiesti sono ‘sproporzionati’ per una richiesta di autorizzazione provvisoria, ed il quale con le ultime sentenze obbligava gli enti competenti a delocalizzare gli impianti entro 24 mesi dalla approvazione della legge Regionale”.

AUTODEMOLITORI SU ACQUEDOTTO: “PAGO LE TASSE DA 20 ANNI, NON SONO ABUSIVO

“Da qui non si scende. La sindaca parla di legalità? Questi sono i 5 Stelle. Io non sono abusivo, pago una fideiussione e le tasse da 20 anni. Dovevano ribaltare la situazione? Dove stanno? C’è una legge regionale che parla chiaro, io ho 8 sentenze del Tar che parlano chiaro. Dovevamo riaprire. Dove sta la legalità? Quando si avvicinano le elezioni diventiamo sempre noi il problema. Non sanno nemmeno che dice la legge. Dove sta la legalità?”. Così con un megafono, uno degli autodemolitori dalla cima dell’Acquedotto Alessandrino, in protesta contro la decisione del Campidoglio, che impone a 21 di loro di ripristinare e liberare le aree di via Togliatti. “Se inizio a tirare i sassi qui sapete quando la smetto? Quissù è pieno di sassi. Aspettano che ci scappi il ferito”, grida il manifestante. “Ho fatto 200mila euro di interventi nel mio impianto e sono 4 anni che non lavoro”, conclude.

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