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VIDEO | Bianca Berlinguer finalista al Premio Caccuri: “Marcella Di Folco esempio di coraggio”

La giornalista con 'Storia di Marcella che fu Marcello' è tra i 4 finalisti del premio letterario giunto alla sua nona edizione

Pubblicato:23-09-2020 14:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:56

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ROMA – La giornalista, Bianca Berlinguer, con ‘Storia di Marcella che fu Marcello’ (La nave di Teseo) e’ tra i quattro finalisti del premio letterario Caccuri, dedicato alla saggistica. La manifestazione, giunta alla nona edizione, si terra’ in presenza dal 19 al 24 settembre nel borgo medioevale del crotonese. L’agenzia Dire, media partner del premio, l’ha intervistata.

– Quando ha sentito l’esigenza di raccontare la storia di Marcella di Folco?


“Marcella era una mia amica, l’ho conosciuta durante il Gay Pride del 1997 a Venezia. Fu lei ad avvicinarsi e da quel momento e non ci siamo mai lasciate. La sua storia e’ stata veramente eccezionale, lei e’ stata uno dei primissimi uomini che si sono sottoposti illegalmente a un intervento chirurgico per diventare donna. Ha attraversato la storia d’Italia con tanti dolori e tante sofferenze ma anche contante gioie, fino a esaudire il suo desiderio piu’ grande: vivere appieno la sua identita’ di donna, perche’ ha sempre sentito di essere una donna”.

– Il libro e’ un atto d’amore nei suoi confronti, ma chi lo legge ha anche l’occasione di confrontarsi con un tema di cui in Italia e’ difficile parlare. Tanto che il nostro Paese e’ uno dei pochi in Europa a non avere una legge sulla transomofobia.

“Molti passi sono stati passi fatti rispetto al 1980, l’anno in cui Marcello ando’ a operarsi illegalmente a Casablanca. Nel 1982 l’Italia approvo’ una legge abbastanza avanzata che permetteva il cambio di sesso in un sistema sanitario pubblico, con la possibilita’ di effettuare terapie ormonali e interventi psicologici. Purtroppo a questo non ha corrisposto una crescita della societa’ cosi’ come avremmo voluto. Basti pensare al caso di Maria Paola a Caivano, uccisa dal fratello perche’ amava Ciro, che era nata Cira. Nel nostro Paese e’ ancora molto forte la discriminazione nei confronti dei transessuali, la non accettazione della loro identita’ sessuale. La storia di Marcella e’ significativa perche’ lei era dotata di un grande coraggio che l’ha portata a superare in anni piu’ difficili di oggi qualunque ostacolo pur di realizzare pienamente la sua identita‘”.

Il suo libro potrebbe essere di aiuto ai giovani, che spesso hanno difficolta’ ad esternare la loro sessualita’.

“Soprattutto ad avere il coraggio di Marcella, che io non avrei mai avuto. Lei aveva davvero un temperamento eccezionale, che l’ha portata a non indietreggiare di fronte a nessun ostacolo e quindi ad essere felice. Tre giorni prima di morire mi disse di non rimpiangere nulla perche’ era riuscita a fare quello che voleva fare, cioe’ diventare una donna contro tutto e tutti“.

– Quando ha iniziato a scrivere il libro, ha sentito subito l’esigenza di farlo in prima persona?

“Questo libro lo avevamo pensato quando lei era ancora viva. Nessuno poteva immaginare che da li’ a poco sarebbe venuta a dirmi che aveva scoperto di avere un tumore al colon con metastasi al fegato e alle ossa. Pensavamo superasse il momento ma poi si e’ capito che non ce l’avrebbe fatta. Io allora mi sono trasferita a Bologna e fino all’ultimo momento della sua vita, che lei ha trascorso in un hospice, sono stata vicina a lei per registrare tutta la sua vita, dal momento della nascita fino alla morte, di cui lei era consapevole”.

– Che lettrice e’ Bianca Berlinguer?

“Io ho sempre preferito la narrativa e i gialli, leggo molta poca saggistica e se devo scegliere non ho dubbi. Da adolescente sono stata una grande amante dei classici francesi e russi che ancora mi capita di rileggere”.

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