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Vittoria della LAV. Stop a limite di 2 suini per rifugi come la ‘Sfattoria’

Il Ministero della Salute ha accolto la richiesta della Onlus. Un traguardo per tutto il territorio nazionale

Pubblicato:23-08-2022 12:15
Ultimo aggiornamento:23-08-2022 12:15

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ROMA – Dalla Sfattoria degli Ultimi di Roma che ha visto nelle settimane appena trascorse la mobilitazione di associazioni e cittadini per salvare gli animali del rifugio, fino al caso dei cinghiali al Parco della Maggiolina a La Spezia. Le ordinanze per l’allarme peste suina hanno creato e stanno creando in Italia dissapori e proteste tra volontari e addetti ai lavori. A proposito della Sfattoria, che si era ritrovata di fronte alla disposizione dell’Asl di Roma di abbattimento di tutti gli animali nonostante fossero sani e già salvati da maltrattamenti e mattatoi, la prima vittoria significativa è di qualche giorno fa, quando il giudice, correggendo totalmente quanto disposto in precedenza, non solo ha chiarito che gli abbattimenti dei suidi non sono autorizzati, ma ha anche imposto all’Asl di confrontarsi con la titolare della Sfattoria e con le associazioni per garantire con adeguate prescrizioni tecniche la salvaguardia degli animali. “Un vero e proprio ‘ribaltone’ – scrivevano le Associazioni in una nota – rispetto all’ultimo decreto”. 

La vittoria della LAV

Oggi, 23 agosto, la LAV fa sapere che il Ministero della Salute ha accolto la richiesta dello stop a limite di 2 suini per rifugi e santuari.
In una nota la Onlus spiega: “Nella battaglia per salvare La Sfattoria degli Ultimi a Roma si aggiunge una nuova importante vittoria che è valida per tutto il territorio nazionale e per tutti i rifugi e i santuari animali. Come si ricorderà, il dispositivo di qualche settimana fa della Asl Roma 1 di abbattimento dei suidi della Sfattoria – bloccato dal TAR fino al 12 settembre – era infatti da eseguire, in ossequio a quell’atto ministeriale, su tutti gli animali – circa 140 – eccetto 2. Il limite massimo di 2 suini non DPA (non destinati alla produzione di alimenti) previsto dal Dispositivo dirigenziale del Direttore Generale della sanità animale del Ministero della Salute, Pierdavide Lecchini, dal 18 maggio scorso ora non si applica più a rifugi e santuari, come richiesto dalla LAV già il giorno seguente alla sua emanazione, con una Nota approntata dal suo Ufficio Legale”.  

La nota dell’ufficio legale LAV

“Riteniamo che il limite dei due suidi sia restrittivo, non includendo tutte queste realtà presenti sul territorio italiano che svolgono un servizio di educazione civica nonché di innegabile supporto alle Istituzioni nella gestione di animali provenienti da sequestri o da altre situazioni di maltrattamento, pur non ricevendo alcun sostegno pubblico – hanno scritto i legali di LAV – Chiediamo, pertanto, di rimuovere questo limite, non necessario al rispetto delle misure di biosicurezza e gestione previste dal presente provvedimento”. 


A distanza di tre mesi dunque è stata data ragione alle motivazioni giuridiche e di buon senso della LAV.

“Era ed è evidente che quel limite era pensato per la famigliola con maialino vietnamita in giardino” spiega ancora nel comunicato la Onlus, che condivide con i suoi lettori la nota del Direttore Generale del Ministero nella quale è specificato che: “Con riferimento al dispositivo in oggetto (Sistema I&R – dispositivo dirigenziale inerente all’identificazione e registrazione dei suini detenuti per finalità diverse dagli usi zootecnici e dalla produzione di alimenti trasmesso con nota DGSAF 12438 del 18/05/22 – Chiarimenti applicativi) si chiarisce che lo stesso è applicabile esclusivamente a quelle situazioni in cui privati cittadini tengono presso le proprie residenze o abitazioni private fino ad un massimo di due suini per finalità diverse dagli usi zootecnici e dalla produzione di alimenti. Pertanto, le disposizioni contenute nel provvedimento citato non sono applicabili a rifugi per animali, né ad altre situazioni in cui gli animali sono tenuti per scopo ricreativo, dimostrativo, culturale e altro”. 

Per la LAV: “Si tratta di un’altra significativa tappa verso il pieno riconoscimento dell’esistenza degli animali non come oggetto di sfruttamento, produzione, uccisione e dell’esistenza e dei diritti dei rifugi e santuari per animali”. 

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